Gorizia, salgono a quaranta gli scheletri umani negli scavi al Castello

Mistero sempre più fitto, decisivi gli esami attraverso il Carbonio 14. La nuova Corte Sant’Ilario sarà inaugurata ad agosto
Bumbaca Gorizia 29-05-2020 Scheletri cantiere ascensore Castello © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 29-05-2020 Scheletri cantiere ascensore Castello © Foto Pierluigi Bumbaca

TRIESTE Sono saliti a quaranta gli scheletri riemersi dal colle del Castello, nell’ambito del cantiere per la realizzazione dell’impianto di risalita. Un numero notevole e che finisce con il moltiplicare i punti interrogativi e alimentare il mistero. E c’è un nesso, di carattere puramente operativo, con i resti umani rinvenuti, ancor prima, in Corte Sant’Ilario. Molto probabilmente appartengono a epoche completamente diverse e, fra loro, non ci dovrebbe essere alcun legame ma ad unirli sarà l’esame del Carbonio 14. Stiamo parlando degli scheletri rinvenuti ai piedi delle mura del castello, durante i lavori per l’ascensore e quelli scoperti a fianco del Duomo, nell’ambito del cantiere per la riqualificazione di Corte Sant’Ilario.

I primi, dicevamo, riguardano quaranta persone, in prevalenza uomini, ma c’è anche un neonato, le cui salme potrebbero essere state seppellite durante un’epidemia o, comunque, durante un tragico evento che avrebbe provocato parecchi decessi. Dagli oggetti che li accompagnavano, in particolare medagliette con la raffigurazione di Sant’Ignazio, si pensa che le sepolture possano risalire al 1700, ma i dubbi sono ancora molti. E il Carbonio 14 dovrebbe riuscire a chiarirli almeno per ciò che riguarda la datazione degli scheletri: base per poter approfondire le circostanze che hanno provocato la morte di queste persone e la loro sepoltura in un’area che sembra non apparire in alcuna mappa come “sito sepolcrale”.

Per quanto riguarda, invece, alcuni degli scheletri rinvenuti a ridosso del Duomo che potrebbero risalire addirittura all’età del Bronzo, si aprirebbe una nuova finestra, di straordinario interesse, sulla storia antica della città.

Proprio un questi giorni, gli uffici comunali competenti hanno individuato una ditta specializzata di Lecce per l’effettuazione dell’esame del Carbonio 14 a due scheletri del Castello e due del Duomo, e si sta attendendo il parere della Soprintendenza il cui ruolo, in queste scoperte e nelle indagini archeologiche conseguenti, è stato e sarà a dir poco determinante.

Intanto, in attesa di novità dall’esame del Carbonio 14, sono ripartiti i cantieri in entrambi i siti: Corte Sant’Ilario sarà inaugurata entro agosto mentre l’ascensore sarà pronto entro la primavera del 2021, salvo nuovi ostacoli e imprevisti. Proprio in questo periodo, inoltre, è stato pubblicato un bando per il recupero e il consolidamento delle mura e la sistemazione del tetto del castello per 1.298.000 euro complessivi. «Anche in questo caso, come per altri cantieri, è stato fatto il possibile per far ripartire i lavori – sottolineano il sindaco Rodolfo Ziberna e l’assessore ai Lavori pubblici Arianna Bellan - perché sia le piazze sia il castello rappresentano un segno identitario della città e hanno un ruolo importante per il turismo. Gorizia deve ripartire anche dalla sua storia». —

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