Gorizia: rinvenuto un teschio, cantiere sequestrato
GORIZIA Stavano scavando. Stavano realizzando le fondamenta del nuovo garage, laddove un tempo sorgeva l’antico porcile. Ad un certo punto, dalla terra è affiorato un teschio umano, molto vecchio, molto datato, che si stava già sbriciolando. E quasi immediatamente sono emerse anche alcune vertebre, presumibilmente (ma occorreranno altri accertamenti) cervicali.
Il macabro ritrovamento è avvenuto nel cantiere di un’abitazione privata, in via del Carso, nel quartiere di Sant’Andrea. È molto probabile che quei resti umani risalgano al primo conflitto mondiale: c’è stato, infatti, un periodo lungo due anni (dal 1915 al 1917) in cui quell’antica abitazione è rimasta disabitata ed è andata anche parzialmente distrutta nel periodo bellico.
L’area del cantiere è stata posta sotto sequestro dalla Polizia di Stato: gli operai possono continuare a ristrutturare il resto dell’abitazione ma non possono toccare nulla nella zona dove sorgerà l’autorimessa. C’è anche il fettucciato bianco e rosso con l’avviso “sotto sequestro”. Il teschio e le vertebre cervicali sono stati immediatamente recuperati e affidati alla Polizia scientifica che dovrà effettuare tutti gli approfondimenti del caso.
Il proprietario dell’abitazione (e committente dei lavori) è il noto dentista Dimitri Tabaj. È lui a ricostruire l’intera vicenda che lo vede, suo malgrado, protagonista. «Da qualche settimana - racconta - sono partiti i lavori di ristrutturazione che interessano la casa appartenuta ai miei avi e ora ereditata dal sottoscritto.
In questi giorni, si stavano effettuando gli scavi per la realizzazione del nuovo garage, in corrispondeva di dove, un tempo, sorgeva la vecchia stalla e, più precisamente, il vecchio porcile. A circa 50 centimetri di profondità c’era un teschio umano che è riemerso in seguito alla movimentazione della terra.
Non solo. Sono state rinvenute anche delle vertebre, che presumo essere cervicali, già in fase di sbriciolamento. A quel punto, abbiamo fermato i lavori e, contestualmente, abbiamo subito chiamato la Polizia».
Sia le forze dell’ordine, sia il proprietario dell’abitazione pensano che le ossa possano appartenere a una persona deceduta durante la prima guerra mondiale. E a corroborare questa ipotesi interviene anche un altro elemento. Tabaj, oltre ad essere dentista, ha ricostruito per diletto tutta la storia dei suoi avi e di quell’edificio che, ricorda, era abitato dal suo quadrisavolo nato nel 1809 e, forse, anche dal quinquisavolo.
«Quest’abitazione appartiene alla mia famiglia da più di due secoli. Ed è sempre stata abitata dai Tabaj. C’è stato solamente un intervallo, dal 1915 al 1917, in cui l’edificio è rimasto disabitato. Il mio bisnonno è partito in guerra, la mia bisnonna e i figli hanno vissuto da profughi a Lubiana.
Al ritorno, subito dopo i fatti di Caporetto, i miei avi hanno trovato la casa distrutta per il 50 per cento. Probabilmente, è questa la lettura più probabile, il corpo senza vita di quella persona è stato sepolto dentro la stalla, oppure è stato travolto dalle macerie. Circostanze che verranno accertate, nei limiti del possibile, dalla Polizia scientifica».
Intanto, i lavori in quel cantiere edilizio si stanno concentrando su un’altra ala dell’abitazione, dove non ci sono i fettucciati bianchi e rossi della Polizia di Stato. «La mia speranza - spiega Tabaj - è che si possa procedere con il dissequestro dell’area del garage nel più breve tempo possibile.
Perché allungare i tempi comporta anche un dispendio ulteriore di denaro. Per questo, spero che tutte le pratiche possano chiudersi il più velocemente possibile. Mi è stato detto che deve rientrare dalle ferie il medico legale che potrà fare luce sulla questione».
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