Gorizia, riaperta e subito chiusa la media Perco di Lucinico

GORIZIA Riapertura con “giallo” e immediata, nuova chiusura, per la Perco di Lucinico. Ieri doveva essere il gran giorno della ripresa dell’attività didattica nel polo scolastico di via Romana. Invece è diventata una nuova giornata di intoppi e polemiche, con la scuola media che, a quasi quattro mesi di distanza dal rogo di fine ottobre, dopo aver aperto i cancelli e le aule per poche ore ha chiuso di nuovo i battenti rimandando a casa alunni e docenti.
E le lezioni non si terranno nemmeno oggi. Il motivo? L’odore forte, fastidioso e persistente che ha invaso aule e corridoi dopo le operazioni di pulizia della struttura svolte negli ultimi giorni, al termine dei lavori di ripristino della scuola e in vista proprio della riapertura di ieri. Con ogni probabilità, si tratta del “lascito” di detergenti e prodotti speciali che le imprese utilizzano in questi casi per igienizzare e sanificare gli ambienti. Un odore che, in parte, era già stato avvertito nel pomeriggio di mercoledì da chi aveva preso parte al Consiglio d’istituto, ma che ieri mattina si è fatto sentire in modo ancor più intenso.
Così, dopo essere entrati in classe e aver iniziato come d’abitudine le lezioni, un po’ alla volta, docenti e studenti hanno iniziato a non tollerare più l’aria che respiravano e qualcuno ha iniziato ad accusare tosse, fastidio alla testa e difficoltà di respirazione. Di qui la decisione di uscire in cortile, muniti di giubbotto e berretti, per continuare l’attività seduti sulle sedie o sfruttando alcuni degli arredi del giardino della scuola. Una soluzione improvvisata e ovviamente scomoda che però non è durata a lungo, e così a fine mattinata è arrivata la decisione di sospendere le lezioni, mandare tutti a casa e stabilire un giorno di chiusura straordinario (oggi) in attesa di riportare la situazione alla normalità.
«Visto che domani (oggi ndr) metà degli alunni sarebbero stati comunque fuori dalla scuola, in gita, abbiamo pensato di lasciare a casa anche tutti gli altri – ha spiegato ieri la preside Silvia Steppi Zanin - e, nel frattempo, effettueremo un nuovo sopralluogo assieme a Comune e Azienda sanitaria».
L’incontro di questa mattina servirà ad analizzare con attenzione tutte le certificazioni prodotte dalla ditta che ha effettuato i lavori di pulizia, che stabiliscono la piena idoneità degli spazi della scuola. E anche partendo da questa considerazione la preside Steppi ridimensiona i contorni della vicenda. «Un po’ di odore sgradevole c’è, è innegabile – spiegava ieri la dirigente scolastica –: io personalmente avendo già frequentato la scuola negli ultimi giorni ci sono abituata e non provo particolare fastidio, ma evidentemente gli alunni e gli insegnanti sono più sensibili. Una classe è uscita in cortile per proseguire le lezioni, e a seguire anche le altre hanno voluto fare lo stesso. Se, a posteriori, sarebbe stato più opportuno attendere qualche giorno in più per la riapertura? Non credo: penso che anche se avessimo riaperto tra un mese qualche problema sarebbe emerso. Sono stati fatti i salti mortali per rimettere in sesto una scuola che era disastrata dopo l’incendio, forse questo non è stato compreso fino in fondo da tutti, e magari poteva esserci un pochino di tolleranza in più per il disagio causato dall’odore di detergente».
La pensano un po’ diversamente i genitori, rappresentati da Genj Furlan che ieri è accorsa a scuola assieme ai rappresentanti dell’Azienda sanitaria, al sindaco Rodolfo Ziberna e all’assessore all’Istruzione Ferdinando De Sarno. «Avevamo già segnalato alla dirigente l’odore persistente, che oggi era ancor più forte e acre – dice –. Non ce l’abbiamo con l’amministrazione comunale né con il personale della scuola, che ha fatto l’impossibile in questi giorni, ma crediamo che la preside abbia avuto troppa fretta di riaprire l’istituto. Forse bastava attendere qualche giorno ancora e arieggiare le aule e i corridoi, e si poteva svolgere con un po’ più di calma il trasloco».
Riproduzione riservata © Il Piccolo