Gorizia: questura a pezzi, è di nuovo allarme
GORIZIA Calcinacci a terra. Vigili del fuoco in questura. È successo di nuovo. La sede della polizia in piazza Cavour sta andando a pezzi. Già prima (con la Provincia aperta) la manutenzione non brillava, i soldi erano pochi e gli interventi di piccolo cabotaggio.
Figurarsi adesso con l’ente intermedio che è in liquidazione. I sindacati di polizia continuano a sgolarsi («La situazione è allo sbando») ma a nulla valgano gli appelli sempre più accorati.
«Confermo. Si è verificato un nuovo distaccamento di intonaco. Verrebbe da dire: niente di nuovo sotto il sole», allarga le braccia il vicario del questore Luigi Di Ruscio. «Fortunatamente - aggiunge - l’incidente si è verificato al secondo piano che è stato abbandonato da tempo. Non ci sono state conseguenze per il personale.
Abbiamo, comunque, chiesto l’intervento dei vigili del fuoco perché mettano tutto in sicurezza». Il vicequestore non aggiunge altro ma è chiaro che la situazione logistica della Polizia di Stato è sempre più precaria.
Il balletto degli edifici Gradualmente, diversi uffici sono stati spostati in piazza San Francesco nel palazzo che ospita anche il Genio civile. Ma per poter soddisfare le necessità della Questura sarebbe necessario l’intero edificio.
I bene informati dicono che c’era l’idea di dislocare il Genio civile nei locali di Villa Olivo, in corso Italia, oggi tristemente chiusa dopo lo smantellamento della Provincia. Ma pare che siano emersi dei problemi legati alle normative anti-sismiche. Questo non permetterebbe di effettuare il trasloco che, di fatto, “libererebbe” il palazzo di piazza San Francesco.
Nel frattempo, la questura continua ad essere ospitata in uno stabile in pessime condizioni, puntellato e che non è oggetto di interventi manutentivi di una certa consistenza da parecchi anni. «Siamo come i terremotati», sussurra un agente di polizia che preferisce restare anonimo. Certo, quello di piazza Cavour non è certamente un gran bel biglietto da visita per la polizia.
Che fare? La soluzione ottimale - lo si è detto più volte - sarebbe di ottenere un edificio che abbia le caratteristiche per ospitare contemporaneamente tutti gli uffici, i servizi e gli sportelli della polizia. Sul territorio ci sono, è vero, parecchie caserme dismesse ma sono tutte in pessime condizioni e alcune ancora imbottite di amianto. Insomma, difficoltà oggettive.
L’allarme dei sindacati Patrik Sione, segretario del Silp-Cgil, più volte ha puntato il dito contro le “magagne” logistiche della polizia a Gorizia. Annuncia che, nei prossimi giorni, incontrerà il segretario provinciale della Cgil Thomas Casotto per approfondire proprio queste tematiche.
«Quello della logistica è un problema che deve trovare uno sbocco, una soluzione. È puntellato il soffitto dell’ufficio del capo di gabinetto, ci sono ponteggi negli uffici della Digos e lungo i corridoi.
Ci sono spazi sempre più ristretti dove il lavoro quotidiano si disimpegna tra pali di sostegno che sono posizionati anche davanti all’ufficio del questore. Qualche tempo fa lo definì “l’arco del trionfo della vergogna”, senza contare i muri scrostati e i pavimenti lacerati. Una situazione difficile».
La moltiplicazione delle sedi Oggi sono quattro le sedi della polizia, ubicate in altrettanti stabili siti in luoghi diversi della città. Si tratta della questura propriamente detta, della caserma Massarelli, dell’ufficio immigrazione (Casa Rossa) e dei servizi ospitati in piazza San Francesco. Quattro location a dir poco dispersive.
«Non ci spieghiamo - concludono i sindacati di polizia - come mai a Pordenone, a Udine, nella vicina Jesolo e in altre parti d’Italia sia stato realizzato un unico stabile che permette una migliore vivibilità dei poliziottti, maggiore operatività degli stessi e il contenimento della spesa pubblica, dovuta in ragione delle spese di manutenzione, degli affitti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo