Gorizia, prometteva escort: condannato a 8 anni
Prometteva incontri a luce rosse con escort, postava gli annunci su internet, e quando qualche cliente abboccava cominciava la tambureggiante richiesta di soldi; se gli interlocutori non pagavano scattavano le minacce.
Questo il modo di “operare” del 43enne goriziano Leonardo Ferigo che ieri il Tribunale di Gorizia (giudice Nicola Russo) ha condannato a 8 anni e 10 mesi di reclusione, 2400 euro di multa e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Per Ferigo, già condannato per analoghi reati, si spalancano ora le porte del carcere.
Ieri nell’aula dell’ex Corte d’Assise si è scritta con la pesante sentenza la parola fine di una vicenda giudiziaria scabrosa e pesante per le parti coinvolte, come ha sottolineato il pm Valentina Bossi che per Ferigo aveva chiesto la condanna a 8 anni e 4600 euro di multa.
L’udienza ha avuto un risvolto drammatico quando è entrata in aula, appoggiandosi a un bastone bianco, la madre del Ferigo.
Si è diretta verso il giudice prima di essere delicatamente fermata dal carabiniere di presidio alle udienze. «Voglio raccontare la verità su mio figlio», ha detto con la voce forzata dal pianto. Poi si è accomodata nella parte riservata al pubblico e ha ascoltato la sentenza in uno stato di commovente prostrazione.
La vicenda che ha portato alla pesante sentenza trae origine da una serie di intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura nel 2011 che, sulla base di confessioni di un testimone poi rivelatosi inaffidabile, comincia a indagare su un presunto traffico di armi. È in quella circostanza che gli inquirenti si imbattono in Leonardo Ferigo e sulla sua compagna Pamela Sabbadini. Accertano che Ferigo e Sabbadini postano su siti internet, tra cui Mercatone.com e Bakeka, degli annunci commerciali con cui offrono escort per prestazioni sessuali. I potenziali clienti non mancano: ben 74 i testi sentiti nelle udienze come ha ricordato Bossi. Nell’imbarazzo generale ammettevano sì di aver abboccato all’annuncio ma poi - le testimonianze si sono generalmente sovrapposte - si ritrovavano a fare i conti con le ripetute e sempre più esose richieste di pagamento di acconti sempre più esose. Anche 3100 euro. Al numero di cellulare indicato sul sito rispondeva generalmente Ferigo, dando ovviamente false generalità. Se non otteneva i soldi cominciavano le minacce. Sempre Ferigo cominciava a tempestare di telefonate e sms i potenziali clienti. La minaccia era sempre la solita: di denuciare il malcapitato perché aveva abboccato ad annunci per incontri sessuali con minorenni. Oppure sosteneva, in altre occasioni, di essere un rumeno compagno di una poliziotta e di conoscere l’indirizzo e le abitudini dell’interlocutore minacciato.
Per analogo reato Ferigo è già stato condannato dal Tribunale di Pordenone a 3 anni e 5 mesi di reclusione. La sua ex compagna Sabbadini in questo procedimento aveva patteggiato la pena.
Bossi ha indicato in cinque le estorisioni consumate e una ventina quelle tentate. Di qui il calcolo della richiesta della pena. In una delle ultime udienze un ragazzo del Bresciano aveva raccontato di contattato il cellulare indicato nel sito - intestato a Ferigo come verificato dalla Procura - per “affittare” una ragazza da infilare in una torta per festeggiare l’addio al celibato di un amico. Anche in questo caso erano cominciati i soliti guai per il cliente.
Ferigo si faceva pagara su un conto intestato a una carta Posta-pay sempre a lui intestata.
La difesa di Ferigo è stata sostenuta dall’avvocato Luigi Genovese. Compito improbo pure per un professionista della sua esperienza. Genovese ha provato a limitare i danni chiedendo al giudice di prendere in considerazioni aspetti psicologici già indagati in precedenti procedimenti, quali una sorta di sudditanza sofferta da Ferigo nei confronti dell’ex compagna e una perizia in cui si accertava che in determinate situazioni la facoltà di intendere e di volere di Ferigo subiva delle variazioni.
La verità processuale svela invece un’altra verità e lo sottolinea con una condanna tra le più pesanti mai sanzionate negli ultimi anni dal Tribunale di Gorizia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo