Gorizia, profugo inghiottito dalle acque dell’Isonzo

GORIZIA Una tragedia annunciata. Un richiedente-asilo di nazionalità pakistana, S.T. le sue iniziali, 25 anni compiuti da poco, è annegato nelle acque dell’Isonzo. Si tratta di uno dei tanti profughi accampati ormai da parecchi giorni sulle rive del fiume e che vivono in condizioni difficili se non estreme.
L’allarme è stato lanciato attorno alle 11 nello specchio d’Isonzo sottostante il quartiere fieristico di via della Barca. Il corpo senza vita del ragazzo è stato ritrovato, dopo un’eccezionale mobilitazione di forze che ha coinvolto polizia, vigili del fuoco, carabinieri, attorno alle 16.30. Fondamentale l’intervento di un elicottero dei pompieri che ha avvistato il cadavere non lontano dal ponte sulla 56 bis, all’altezza di Savogna d’Isonzo, vicino Lucinico.
Ecco i fotogrammi dell’accaduto secondo le ricostruzioni effettuate dalla polizia. Il pakistano, dopo aver lasciato i propri abiti sulla riva, è entrato nell’acqua. L’intento? Rinfrescarsi. Ma potrebbe essere anche stato che volesse pescare. È escluso, invece, in maniera decisa dagli inquirenti che si stesse lavando direttamente nell’Isonzo vista l’assenza di condizioni migliori per garantire la propria igiene personale: ipotesi che, invece, viene considerata come la più probabile e realistica dai volontari.
Ad un certo punto, il venticinquenne è scivolato ed è stato letteralmente inghiottito dalle acque (gelide) dell’Isonzo. La corrente ha fatto il resto. Un altro profugo, che era presente poco lontano in quei tragici frangenti, ha assistito al fatto e ha cercato di bloccarlo, tendendogli il proprio braccio. Ma non c’è stato verso. Il pakistano è stato trascinato con forza dalla corrente. «Da lontano, ho visto il suo corpo, pancia all’aria», sarebbe stato il suo racconto agli inquirenti.
A quel punto, i richiedenti-asilo hanno cercato aiuto e hanno incontrato, poco lontano, un operaio che stava lavorando nei pressi del quartiere fieristico di via della Barca. È stato lui a dare l’allarme e a mobilitare le forze dell’ordine che, in pochi minuti, si sono riversate tutte in riva all’Isonzo. I vigili del fuoco hanno portato il gommone e il fiume è stato attentamente scandagliato per parecchie ore.
Ma decisivo, dicevamo, è stato l’arrivo dell’elicottero dei pompieri che ha permesso di avere una visuale dall’alto. E il cadavere del pakistano è stato ritrovato, attorno alle 16.30, a Lucinico, non lontano dal ponte della 56 bis.
A quel punto, i vigili del fuoco con l’ausilio di un altro gommone si sono portati nel punto preciso e hanno recuperato il corpo senza vita dell’immigrato. Stando alle prime verifiche di carattere sanitario, l’annegamento sarebbe avvenuto subito. Non è chiaro se il giovane sapesse nuotare. E, comunque, nell’Isonzo vige il divieto di balneazione.
Un’altra delle ipotesi attribuisce la responsabilità all’apertura (improvvisa) della diga di Salcano: improvvisamente, le acque del fiume si sarebbero alzate mettendo in difficoltà il richiedenti-asilo che è stato inghiottito dall’Isonzo. Ma anche l’ipotesi dell’onda di piena viene pressochè esclusa dalla polizia che ha effettuato puntuali approfondimenti con le autorità di oltreconfine.
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