Gorizia, posta consegnata a giorni alterni: «Ritardi e troppe giacenze»

Solo la corrispondenza urgente viene recapitata quotidianamente. Le lamentele dei sindacati e di alcune ditte
Il postino non suona più due volte ma solo a giorni alterni
Il postino non suona più due volte ma solo a giorni alterni

GORIZIA Sino a ieri, il postino suonava sempre due volte. Ora il postino suona ogni... due giorni. I tempi sono decisamente cambiati. L’avvento di internet, delle e-mail, delle comunicazioni veloci (Sms, WhatsApp) attraverso il cellulare ha fatto sì che si registrasse un forte decremento della corrispondenza classica. Ed è così che oggi i portalettere lavorano a singhiozzo.

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Gorizia, ma anche Monfalcone, rientra fra le città dove la rivoluzione è già scattata. Così come a Maniago, Spilimbergo, Codroipo e Tolmezzo, Pordenone, San Vito al Tagliamento e Sacile. Presto (il 7 novembre) scoccherà l’ora di Trieste e provincia, di quel che resta dell’Isontino e del Pordenonese. Il quadro, che i sindacati non esitano a definire «allarmante», si completerà nel 2017 con il territorio udinese.

Consegne “a singhiozzo” Ma ecco come si esplicita la rivoluzione. La consegna della posta viene effettuata dal lunedì al venerdì su base bisettimanale: lunedì, mercoledì e venerdì in una settimana; martedì e giovedì in quella successiva.

Fanno eccezione i “prodotti” più urgenti e costosi, quelli che gli addetti ai lavori chiamano «corrispondenza pregiata», garantita quotidianamente. È un sistema che rivoluziona la consuetudine di ricevere la corrispondenza in qualsiasi giorno della settimana, limitando la consegna solo ad alcuni, e di fatto assottigliando un servizio tra i più essenziali per il cittadino.

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FOSSALON DI GRADO - UFFICIO POSTALE

«Che dire? In questa maniera aumentano le giacenze. Il personale - annota Domenico La Rocca, il segretario della Slp Cisl Fvg - sta facendo di tutto per smaltire tutta questa corrispondenza ma non è un lavoretto da poco. Perché questa operazione? Per razionalizzare. Abbiamo a che fare con un’azienda che registra perdite, non è un mistero».

Eppure i sindacati, pur consapevoli delle difficoltà, chiedono con forza la revisione di quel progetto. «Intanto, va detto che il Parlamento europeo - aggiunge La Rocca - ha sempre sostenuto che la corrispondenza deve essere consegnata nelle cinque giornate lavorative. Precisato un tanto, bisogna individuare soluzioni compatibili rientrando nella logica dell’AgCom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Di cosa si tratta? L’AgCom dice che soltanto sotto i 200 abitanti per chilometro quadrato si può effettuare la consegna a giorni alterni».

Lo sciopero del 4 novembre I portalettere, peraltro, sono mobilitati per uno sciopero, già messo in calendario per il 4 novembre. Nella stessa giornata in cui il Paese festeggerà la Giornata dell’Unità nazionale e delle forze armate, postini e impiegati delle Poste si ritroveranno a Roma per protestare «contro la riforma del servizio postale universale che ai cittadini e agli addetti ai lavori sta causando numerosi disservizi».

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E Poste italiane, come risponde? L’ufficio stampa, molto gentilmente, si affida a un “no comment”. «Non c’è nessuna posizione ufficiale», sottolinea, senza aggiungere altro. Ma sembra che alle Poste emerga questa linea: il recapito a giorni alterni è stato introdotto il 31 luglio scorso in circa 2.000 Comuni italiani.

E le cose sono andate e stanno andando bene, senza particolari problemi, secondo Poste italiane. Il motivo? Il 97% della posta, ormai, è costituita da lettere da consegnare entro i 4 giorni successivi: quindi, la consegna a giornate alterne non procura problemi o danni. I prodotti postali più veloci costituiscono, invece, il 3 per cento del totale.

Peraltro, si conferma che Poste italiane si ritrova a fare i conti quotidianamente con volumi di posta calati notevolmente proprio a causa dell’avvento dei computer, delle e-mail, della rete. C’è l’elemento positivo che la consegna “a singhiozzo” non ha comportato tagli di personale. È già qualcosa.

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