Gorizia più povera, 122 sfratti per morosità

Fulvio Fantini: «La gente non ce la fa più a pagare l’affitto, negli ultimi due anni aumenti fino al 10%. Molti alloggi liberi»
Piazza Municipio, uno degli scorci più suggestivi di Gorizia
Piazza Municipio, uno degli scorci più suggestivi di Gorizia

GORIZIA È sempre stato un problema tipicamente monfalconese. Parlavi di “sfratti” e pensavi subito alla città dei cantieri, quasi fosse un riflesso condizionato.

Ma oggi anche a Gorizia, nella tranquilla Gorizia, nella città che negli anni passati si piazzava stabilmente nelle posizioni al vertice delle classifiche sulla qualità della vita, il problema dei senza-casa sta diventando un autentico problema, a riprova che la crisi morde ancora e sta colpendo duro. Senza pietà.

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Statistiche preoccupanti Iniziamo dai numeri. Oggi, in tutta la provincia, sono centocinquantotto le persone che hanno lo sfratto esecutivo in tasca. In soli 12 mesi, c’è stato un aumento che sfiora il 10 per cento. Quello che fa maggiormente preoccupare è che nella stragrande maggioranza dei casi (122 su 158) non sono più, come un tempo, frutto della scadenza contrattuale ma derivano dalla morosità dell’inquilino. Pertanto, il fenomeno degli sfratti, da queste parti, riguarda quasi esclusivamente il disagio economico delle famiglie.

Le famiglie non riescono più a sostenere le cifre decretate dal libero mercato, nonostante si tratti di somme molte volte contenute se raffrontate con quanto succede nel resto d’Italia. Limitando il discorso alla sola Gorizia, gli sfratti pendenti sono oggi 61, il triplo rispetto a soli tre anni fa.

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Alloggi Ater a Gorizia in una foto di archivio

La posizione di Federcasa Complice la crisi, è in aumento il numero di casi di morosità incolpevole: locatari, cioè, che non riescono per più mesi a far fronte al pagamento del canone d’affitto, dopo aver perso il lavoro o dopo aver comunque visto mutare drasticamente le proprie condizioni reddituali. «L’aumento, soltanto negli ultimi due anni, è stato del 10 per cento», spiega il segretario provinciale di Federcasa, Fulvio Fantini.

E uno degli aspetti più preoccupanti che riguarda l’emergenza abitativa, che non risparmia neppure Gorizia. «È sotto la luce del sole che c’è sempre un maggior bisogno di alloggi, sempre più richiesta, sebbene la popolazione sia in costante e progressivo calo - denuncia Fantini -. E in tutto questo, soltanto nel capoluogo, ci sono tantissimi appartamenti di proprietà pubblica sfitti, che vanno riattati: è semplicemente inconcepibile».

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Fantini ha qualcosa da ridire anche sull’ultimo bando redatto dall’Ater relativo ai 60 alloggi popolari previsti dal “Contratto di quartiere” della Campagnuzza. «Vi invito a leggere attentamente il bando: scoprirete che non c’è spazio per coloro che sono stati colpiti da sfratto per... morosità incolpevole. In più, c’è un’altra novità peggiorativa riguardante l’uomo separato. Insomma, da qualsiasi parte la si guardi, Gorizia non è più un’isola felice».

La situazione nel resto della regione A Trieste, tanto per guardarsi un po’ attorno, risultano esserci 453 sfratti; a Udine il loro numero ha raggiunto quota 409. Pordenone, in rapporto al numero di abitanti, è quella che sta meglio con 275 procedure aperte.

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Una veduta della città

Giustamente preoccupato l’assessore provinciale al Welfare, Ilaria Cecot. Che sviluppa questo ragionamento: «La situazione, purtroppo, non è migliorata nonostante il Job act, nonostante l’importantissima misura del reddito di sostegno. Ricevo segnalazioni giornalmente di persone che non ce la fanno più e di famiglie in grandissima difficoltà».

Cecot lancia un appello forte e chiaro: «È quantomai urgente - dice - che si sblocchi la situazione del reddito di sostegno: la gente non ha più un euro in tasca e non può fare nulla. Inoltre, è necessario potenziare le poste relative ai contributi taglia-affitti».

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