Gorizia piace, crescono le presenze del 9,08%

La città va in controtendenza rispetto alla regione dove gli arrivi sono calati notevolmente nell’ultimo anno. Grande guerra e castello motori del rilancio turistico del capoluogo isontino
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 09.04.2014 Studenti in gita in castello - Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 09.04.2014 Studenti in gita in castello - Foto Pierluigi Bumbaca

Vuoi vedere che Gorizia, zitta zitta, è diventata una città turistica? La domanda, che è più una constatazione, è plausibile alla luce degli ultimi dati di Turismo Fvg. Mentre su scala regionale si sono perse 310mila presenze nel 2013 rispetto al 2012 (di cui 308mila di italiani), la nostra città va in controtendenza e chiude il bilancio con i segni “più”. Davvero una grossissima soddisfazione.

Tra i capoluoghi di provincia spicca proprio la performance goriziana (+3,16% di arrivi e +9,08% di presenze), mentre faticano non poco Udine (presenze -5,34%) e Pordenone (-8,15%). Anche Trieste se l’è cavata: arrivi +1,57%, presenze -0,90% ma il vero e indiscusso exploit è tutto di marca isontina. Come si può vedere dalla tabella pubblicata in alto, in città si sono registrati 121.306 arrivi nel 2013 contro i 117.594 dell’anno precedente, il 2012. Ancor più netto il progresso delle presenze, passate da 342.210 (dato del 2012) alle 373.290 dell’anno successivo.

Qual è stato il motore di questo incremento? In realtà, gli ingredienti sono due: il centenario della Grande guerra e il castello, riportato agli antichi splendori. «Indubbiamente, i dati di Turismo Fvg mi fanno un grandissimo piacere - sottolinea Ettore Romoli, sindaco di Gorizia -. Peraltro, confermano quelle che sono le sensazioni “visive”: c’è maggiore movimento e si vedono parecchie corriere raggiungere l’area del castello. Credo che la città sia diventata maggiormente attraente e attrattiva sia grazie alle tante manifestazioni che vengono promosse nell’arco dell’anno, sia grazie ai lavori che l’hanno resa più graziosa e ordinata. Peraltro, anche la ristorazione è migliorata».

«Continueremo su questa strada - promette il primo cittadino -. Il turismo è un asse su cui lavorare anche se, a mio parere, non sarà risolutivo per la rinascita economica della città. Permettemi una battuta: invece di sistemare Corso Verdi dovremmo realizzare al suo posto il canal grande come a Venezia. Ma ciò non è possibile». Indubbiamente, la riqualificazione del castello ha avuto effetti positivi. «Sì, abbiamo aggiunto un altro tassello nel programma di recupero del centro storico cittadino - aggiunge il sindaco -, operazione indispensabile per far sì che Gorizia potesse rafforzare la sua dimensione turistica. La riqualificazione di borgo Castello, insieme al recupero e alla valorizzazione di alcune strutture del “maniero”, come il Bastione fiorito e a una possibile incentivazione di servizi di carattere turistico, sia in termini di ristorazione sia di commercio, è volta ad accrescere l’appeal del nostro monumento simbolo e, quindi, ad attirare ulteriori visitatori». «Ciò anche in previsione - conclude il primo cittadino - dell’ultimazione dei lavori per la risalita meccanica che, speriamo, non conoscano più intoppi».

Gorizia, peraltro, è la città ideale in cui soggiornare per visitare l’intera Venezia Giulia e le più importanti testimonianze della Grande Guerra. Non va dimenticata la sua centralità geografica (40 minuti da Trieste, Grado, Aquileia e Cividale del Friuli). In 45 minuti si può arrivare al Castello di Miramare, passando per il sacrario di Redipuglia, e subito dopo a Trieste visitare l’ex campo di concentramento di San Sabba, l’ex campo profughi di Padriciano e la foiba di Basovizza (monumento nazionale). In 30 minuti si può giungere ad Aquileia o a Cividale del Friuli.

Insomma Gorizia è senza dubbio un luogo baricentrico ed ideale per apprendere in modo più efficace la storia di importanti momenti storici, non ultimi quelli del “muro” con la piazza Transalpina.

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