Gorizia, patto transfrontaliero sulla Livarna

Controlli sulla qualità dell’aria chiesti a gran voce dai residenti e effettuati da Arpa e Arso per avere dei valori attendibili
La fonderia Livarna in una foto di archivio
La fonderia Livarna in una foto di archivio

TRIESTE Un monitoraggio “transfrontaliero” sulla qualità dell’aria. Era stato richiesto a gran voce dai residenti della zona nord della città, stanchi della convivenza (non sempre facile) con la fonderia Livarna che si trova appena al di là del confine, a Salcano.

Ebbene: il test a 360 gradi verrà eseguito congiuntamente dall’Agenzia regionale per l’ambiente (l’Arpa) e dall’omologo ente sloveno (l’Arso). Sì, dovrebbe essere davvero la volta buona. In soldoni, si tratterà di uno studio approfondito e senza precedenti che avrà come obiettivo delineare un quadro oggettivo sugli eventuali livelli di inquinamento nell’area urbana sia di Gorizia che di Nova Gorica.

Un patto transfrontaliero

«L’impegno da parte dell’Arpa c’è - fa sapere l’assessore comunale all’Ambiente, Francesco Del Sordi -. Semmai, qualche dubbio c’è sul “quando”. Non è stata, infatti, specificata la tempistica di svolgimento del monitoraggio».

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Ma c’è un elemento di speranza e di ottimismo. «Proprio in questi giorni - rammenta Del Sordi - ci è stato inviato da Arpa uno studio preliminare che costituisce, indubbiamente, un passo in avanti in più rispetto a un paio di mesi fa. Devo ringraziare in questo senso l’ingegner Franco Sturzi (ex vicepresidente della Provincia ai tempi di Brandolin) che si è dato molto da fare».

«Peraltro - aggiunge Del Sordi - è prevista anche una seconda fase di approfondimento che prevede la visita e l’ispezione alla Livarna da parte dei tecnici dell’Arpa. Tutte operazioni necessarie per capire quanto incide la presenza della fonderia sulla qualità dell’aria. Peraltro, questo va detto, il fenomeno della forte puzza si è molto affievolito nel corso degli ultimi anni ma è giusto vederci chiaro e individuare eventuali fonti inquinanti».

La polemica con l’Azienda sanitaria

Del Sordi approfitta anche per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «Il monitoraggio sugli ortaggi? Era la fine del 2014 e il direttore del dipartimento di prevenzione dell’Ass Bassa Friulana-Isontina (allora era ancora Ass isontina e basta, ndr) Gianni Cavallini ci disse che il nostro monitoraggio era indubbiamente molto interessante ma non aveva rilievo scientifico e che l’Ass si sarebbe messa all’opera per avere un quadro più preciso e tecnico. Eravamo speranzosi così come ci avevamo sperato anche i residenti della zona nord della città. Il risultato? Zero assoluto. Di quel monitoraggio non c’è ombra. O meglio: non sappiamo nulla, se è stato effettuato e quali eventuali risultati ne sono scaturiti...».

Conclude l’assessore comunale: «Quest’amministrazione è sempre stata consapevole delle difficoltà di intervenire su problematiche ambientali di uno Stato straniero - evidenzia Del Sordi - ma questo non ha impedito all’amministrazione comunale di portare avanti una battaglia senza tregua, in tutti questi anni, per sensibilizzare le varie istituzioni sulla situazione di disagio provocate dalle emissioni che arrivano da oltre confine».

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