Gorizia: operazione bunker, danno erariale per oltre un milione di euro

Nuovi sviluppi dell'operazione relativa allo smantellamento del metallo con cui erano costruite le strutture militari
Uno dei bunker smantellati nell'Isontino
Uno dei bunker smantellati nell'Isontino

GORIZIA. Truffa aggravata a danno dello Stato e turbativa d’asta erano i reati accertati al termine di un’articolata attività investigativa coordinata dal Procuratore della Repubblica aggiunto di Udine Raffaele Tito, nei confronti di un funzionario pubblico (già in servizio presso l’Agenzia del Demanio per il Friuli Venezia Giulia con sede a Udine), e di tre imprenditori,  conclusa ad agosto e che aveva riguardato una gara d’appalto, indetta nell’anno 2012 dalla Direzione regionale dell’Agenzia del Demanio e finalizzata all’acquisito del metallo contenuto in 30 bunker realizzati per scopi difensivi nel periodo post-bellico a ridosso della linea di confine e ricollocabili nel contesto della Guerra fredda.

Le indagini svolte avevano evidenziato che neppure l’importo di aggiudicazione della gara (37.550 euro) era stato incamerato dallo Stato poiché erano state prodotte false attestazioni di avvenuto pagamento dell’importo di gara, di fatto mai effettuato da parte della ditta aggiudicataria.

In tale contesto investigativo, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di ginanza di Gorizia hanno rilevato ulteriori irregolari cessioni gratuite di ulteriori numerose cupole/torrette metalliche dei bunker, avvenute tra il 2010 e il 2012 da parte del medesimo funzionario pubblico.

In particolare, gli approfondimenti svolti dalle Fiamme gialle, al fine di determinare il corrispondente danno erariale, hanno permesso di accertare l’asportazione delle parti metalliche di oltre 400 bunker e che tali “cessioni”, giustificate con un’ipotetica bonifica/messa in sicurezza dei siti, sono avvenute in assenza di qualsivoglia procedura amministrativa e senza alcun ricavo da parte dello Stato.

Al termine delle indagini é stato quantificato il danno erariale in oltre un milione di euro, segnalato alla Procura regionale presso la sezione giurisdizionale della Corte dei conti di Trieste.

 

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