Gorizia, nuovo stop per l’ascensore per il castello
GORIZIA Si riparte. Non da zero ma poco ci manca, con un nuovo capitolo e una nuova storia. E un obiettivo, arrivare al tanto sospirato taglio del nastro entro l'inizio del 2017. Il nastro dell'ascensore al castello, ovviamente, la telenovela infinita (e indigesta) di questi ultimi anni a Gorizia. In settimana il Comune ha fatto quel che si sapeva da tempo avrebbe dovuto fare, ma che a lungo ha sperato di poter evitare. Ha, cioè, rescisso il contratto con l'impresa Edilramon di San Biagio di Callalta, che avrebbe dovuto portare a termine i lavori che a sua volta aveva “ereditato” dalla Luci Costruzioni. Non l'ha fatto perché nel frattempo è andata incontro al fallimento, e così l'amministrazione di Ettore Romoli dopo aver atteso fino all'ultimo una possibile svolta – la ditta puntava a cedere il ramo d'azienda, e dunque passare di mano anche l'appalto – non ha potuto far altro che risolvere il contratto per “gravi inadempienze”.
E ora? Ora si dovrà ripartire da una nuova gara per l'assegnazione dell'appalto, con tutti i passaggi burocratici e le tempistiche ben note che porteranno inevitabilmente ad altri ritardi. Anche se, almeno, la situazione di stallo potrà essere finalmente sbloccata. «Abbiamo atteso a lungo e sperato in una soluzione diversa proprio per evitare di ripartire con un nuovo appalto – dice il sindaco Romoli -, ma ormai era evidente che la conclusione della vicenda sarebbe stata questa, e non abbiamo potuto fare altrimenti. Certo, va detto, che quest'opera è quantomeno sfortunata, perché due fallimenti di seguito sullo stesso progetto (quello della Luci Costruzioni, prima, quello della Edilramon ora ndr) non capitano di frequente. L'impresa che avevamo scelto era buona, lavorava bene, ma poi ci siamo dovuti fermare per due anni a causa del famigerato muretto e dello stop imposto dalla Sovrintendenza. E quando siamo riusciti a ripartire la ditta è andata in crisi, avviandosi al fallimento».
Ma tutto questo, compresa la rescissione del contratto con la ditta e pure con la direzione dei lavori formata dall'ingegner Vittorio Ranalletta e dalla Saico Ingegneria di Venezia, è già il passato. Il futuro, immediato, è una nuova doppia gara per l'affidamento del completamento dell'opera e della sua direzione, ed un percorso che cercherà di essere il più snello possibile.
«Già ai primi di agosto contiamo di procedere con l'indizione della nuova gara, e valuteremo se c'è la possibilità di adottare qualche procedura particolarmente rapida – dice Romoli -. Per completare l'iter potrebbero volerci tre mesi, e i lavori partirebbero nel 2016. Credo che allo stato attuale per completare l'ascensore potrebbero volerci non più di sei o sette mesi, e dunque in linea teorica all'inizio del 2017 tutto potrebbe essere pronto. Contemporaneamente poi dovranno essere acquistate e infine installate le cabine dell'ascensore. Diciamo che vorrei riuscire ad inaugurare quest'opera tanto attesa entro la fine del mio mandato, anche perché continuo ad essere convinto della bontà del progetto e di quanto l'ascensore possa essere strategico e importante per la valorizzazione del centro storico». E' chiaro che ormai il condizionale è d'obbligo, e Romoli per primo non si sente più di sbilanciarsi sulla tempistica del cantiere, ricordando anche che, purtroppo, “l'amministrazione non ha alcun modo per cautelarsi, e nessuno ci può assicurare che pure la ditta che si aggiudicherà il nuovo appalto poi non fallirà”. Vero. Ma, francamente, la terza beffa di fila sarebbe troppo anche per la più sfortunata delle opere goriziane.
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