Gorizia, neonato fra i ventitrè scheletri. Mistero sulla fossa del Castello

Il ritrovamento del piccolo scompagina però la possibile ricostruzione che fissava al 1944 l’esecuzione delle vittime per mano tedesca. Serve un anatomopatologo per svelare il giallo 
Alcuni resti affiorano nel terreno vicino al Castello durante gli scavi per la costruzione dell’ascensore
Alcuni resti affiorano nel terreno vicino al Castello durante gli scavi per la costruzione dell’ascensore

GORIZIA È sempre più fitto il mistero attorno agli scheletri riemersi dagli scavi nell’area del cantiere per la risalita meccanica al castello. Ci sono infatti anche le ossa di un bambino, tanto piccolo da poter essere addirittura forse un neonato, tra i resti umani rinvenuti in questi giorni a pochi passi dalle mura del maniero, in via Franconia.

Il ritrovamento di ciò che resta del piccolo – che non ha potuto non destare ulteriori emozioni tra le persone che stanno lavorando alacremente nell’area del cantiere, per fare chiarezza sui fatti che hanno portato alla morte delle persone sepolte nel sito – è un elemento destinato a complicare ulteriormente il quadro della situazione, facendo cadere di fatto (o quantomeno indebolendole molto) le ipotesi più accreditate emerse nelle ultime ore, ovvero quelle che parlavano delle spoglie di persone fucilate durante la Seconda guerra mondiale.

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Sta di fatto che le scoperte sono ormai praticamente all’ordine del giorno sul colle che domina Gorizia, dove inizialmente furono ritrovati gli scheletri di sette persone adulte, ai quali successivamente se ne sono aggiunti altri sedici, per un totale di ventitrè. Tra i resti anche quelli di una donna, alla quale apparterrebbe l’orecchino trovato proprio nei pressi di ciò che rimane del suo capo, e che inizialmente pareva essere una pallottola. «A questo punto, la scoperta delle ossa del bimbo cambiano le carte in tavola, e diventa davvero difficile formulare qualsiasi ipotesi – spiega lo storico goriziano Pierluigi Lodi, interessato assieme al collega Andrea Spanghero dal Comune per contribuire alle ricerche –. Se il primissimo scenario, quello relativo a un crollo risalente alla Prima guerra mondiale, che avrebbe causato la morte delle persone ritrovate in quel punto, era già stato superato, ora anche quello legato alle fucilazioni durante la Seconda guerra mondiale appare meno verosimile, visto che non risulta ovviamente la presenza di bambini tra i giustiziati. Non possiamo che attendere ulteriori ritrovamenti, e ovviamente gli esami di medici anatomopatologi e altri esperti che potranno aiutarci a fare chiarezza».



Come ha ribadito più volte anche il sindaco Rodolfo Ziberna il Comune ha intenzione di fare tutto il possibile per restituire identità e dignità alle vittime riemerse dal passato sul colle del Castello, e a questo proposito saranno coinvolti anche esperti antropologi che, studiando i resti, potranno aiutare a ricostruire le cause dei decessi, e a determinare sesso, età e caratteristiche fisiche delle persone sepolte ai piedi delle mura. Proprio alcune caratteristiche delle sepolture, peraltro, rappresentano gli aspetti più controversi e misteriosi, sin qui, della vicenda. I resti umani sono stati in gran parte ritrovati composti, con le braccia incrociate sul petto o sul ventre, e su strati sovrapposti, ad escludere quindi la configurazione di una fossa comune. Inoltre, assieme alle ossa non è stato ritrovato nulla, né resti di vestiti né oggetti, come se le persone morte fossero state sepolte nude.

La città sotterranea svela sette scheletri Una fossa comune accanto al Castello
Bumbaca Gorizia 21.05.2020 Rinvenimento scheletri nel cantiere ascensore del Castello © Foto Pierluigi Bumbaca


«Questo però potrebbe ricollegarsi ad un preciso metodo adottato di frequente dai soldati tedeschi, specie nel periodo tra il 1944 e il 1945, quando il conflitto volgeva al peggio per la Germania – spiega Roberto Telesforo, già provveditore agli studi di Gorizia e collaboratore dell’Agenda Storica, appassionato ricercatore –. Per evitare che, in un secondo momento, si potesse risalire all’identità dei fucilati, questi venivano sepolti senza nulla che potesse fornire indicazioni a chi avesse poi ritrovato i corpi».

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Bumbaca Gorizia 21.05.2020 Rinvenimento scheletri nel cantiere ascensore del Castello © Foto Pierluigi Bumbaca

Anche il mancato ritrovamento di pallottole nel sito dove sono emersi gli scheletri – ad eccezione di una, certamente tedesca e della Seconda guerra mondiale, rinvenuta però a una certa distanza dai corpi e dunque non collegabile direttamente ai resti umani – potrebbe essere spiegato, secondo Telesforo, dal fatto che «i condannati venivano fucilati altrove, e in particolare nell’area dove oggi c’è il Teatro Tenda, e poi venivano sepolti ad una certa distanza».

Ma aggiunge: «Questa sarebbe una ricostruzione a mio parere verosimile, però l’ultimo ritrovamento dei resti di un neonato nello stesso sito cambia ovviamente ogni valutazione», avverte lo storico, spiegando che solo l’esame di un anatomopatologo potrà aiutare a chiarire a questo punto le circostanze della morte degli sventurati ancora senza nome. —

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