Gorizia, mercato coperto rifatto modello Eataly e all’interno il circuito Gambero Rosso

GORIZIA Vincerà un progetto ambizioso o prevarrà, come spesso accade, il no se pol? Gorizia vuole entrare nel ristretto circolo delle eccellenze agroalimentari e enogastronomiche delle “Città del Gusto” del Gambero Rosso, a fianco di Napoli, Roma, Palermo e Torino. E mette a disposizione, per questo ambizioso progetto, il mercato coperto. Il Gambero Rosso non ha bisogno di presentazioni: con la sua offerta di periodici, libri, guide, broadcasting (Sky 412) e web Ott raggiunge appassionati, professionisti, canali commerciali distributivi in Italia e nel mondo. Sempre del Gambero Rosso è la “Food wine accademy”, la più ampia piattaforma formativa professionale che comprende ad oggi 6 strutture operative in Italia (Cesena, Lecce, Napoli, Palermo, Roma e Torino). A ciò si affianca un intenso programma esclusivo di eventi di promozione.

La presentazione a Palazzo De Bassa
Di questo (e di molto altro) si è parlato, martedì 6 ottobre, nel corso delle presentazioni dello studio di fattibilità del nuovo mercato coperto ai consiglieri comunali e agli operatori. Un appuntamento molto atteso, visto che le anticipazioni erano filtrate con il bilancino farmaceutico in queste settimane. È altrettanto vero che la partecipazione dei consiglieri comunali è stata davvero misera: erano in 11, compresi alcuni assessori comunali. Pochissimi, incomprensibilmente.
Altro dato importante: quest’intervento innescherà una sorta di ciclo virtuoso perché via Rastello e le vecchie botteghe inutilizzate ospiteranno, temporaneamente, i banchi degli operatori. Ma sarà una partita che verrà illustrata nei prossimi giorni.
Veniamo allo studio di fattibilità, indiscutibilmente molto suggestivo. La Cciaa Vg, che metterà i denari (si parla di 3 milioni di euro), otterrà la struttura in concessione pluriennale in comodato gratuito. «Sia chiaro, non vogliamo mettere le mani sul mercato per fare il nostro business. Proponendo quest’iniziativa - le parole del presidente dell’ente camerale, Antonio Paoletti - pensiamo di contribuire in maniera determinante al rilancio economico di Gorizia, con una realizzazione che contribuirà a dare una forte connotazione turistica del territorio. E basta favoleggiare su una nostra trasferta al mercado di San Miguel, a Madrid: non c’è mai stata e, se mai ci sarà, pagheremo di tasca nostra».

Lo studio di fattibilità
Dalle analisi di fattibilità sono emerse le potenzialità di attrattività dell’area ricompresa tra Gorizia, Grado il Collio. Nel dettaglio è entrato l’architetto Claudio Meninno dello studio Di Dato & Meninno architetti associati. Ha scandito chiaramente che la loro proposta non è “lesa maestà” ma contempera la valorizzazione e il mantenimento degli elementi storici, a partire dai banchi. «La riqualificazione del mercato coperto di Gorizia – ha detto Meninno - è un’occasione importante per rilanciare tutta l’area urbana che va da via Boccaccio fino a borgo Castello, passando per piazza Vittoria e la risalita al castello, in fase di realizzazione. Il progetto pone al centro il rispetto per l’architettura originaria, attraverso degli interventi delicati che valorizzano le caratteristiche architettoniche e spaziali dell’esistente e permettono di ripulire gli ambienti da tutte le aggiunte che, negli anni, hanno progressivamente deturpato l’immagine generale e l’utilizzo del mercato. Il risultato finale sarà un ambiente luminoso e vitale che rimarrà aperto anche di sera, non come accade oggi».

I contenuti e l’offerta
Sui contenuti e sull’offerta si è soffermato Antonio De Paolo, imprenditore e consulente d’azienda. Ritiene che il mercato dovrà essere «un punto per valorizzare il lavoro di tanti produttori da far conoscere ad un pubblico sempre più ampio ma anche un punto d’incontro iconico della città dove comprare, mangiare e trovare qualità che si sa può anche costare, ma che ne vale la pena. Un luogo, insomma, che mantiene l’atmosfera di mercato di quartiere ma che si rinnova e si prepara a nuove sfide». E più volte è riecheggiato, nel suo discorso, l’esempio di Eataly a Trieste «accolto con diffidenza dai triestini in un primo momento, ma oggi ottimo polo attrattivo».
Soddisfatto il sindaco Rodolfo Ziberna. «È proprio in momenti come questi che dobbiamo tirare fuori tutto il coraggio che abbiamo, tirarci su le maniche e lavorare per costruire un nuovo futuro. Agli operatori del mercato coperto ama anche ai commercianti che gravitano in quell’area e a tutti coloro che sono coinvolti in questa “rivoluzione” chiediamo di lavorare assieme per costruire le migliori condizioni per tutti. Non stiamo parlando della ristrutturazione di un edificio, seppure storico, ma di una strategia di rilancio che riguarda Castello, impianto di risalita, valorizzazione della Valletta e tanto altro». —
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