Gorizia, la Sdag retroporto dello scalo di Trieste
GORIZIA. Sdag retroporto dello scalo di Trieste. Non è una semplice suggestione ma un progetto che potrebbe prendere corpo sin dai prossimi mesi. Un primo incontro «conoscitivo», così è stato definito, si è svolto in autoporto, organizzato dalla senatrice Laura Fasiolo (Pd). Ospite d’onore il commissario straordinario dell’Autorità Portuale di Trieste, Zeno D’Agostino.
«Non conoscevo abbastanza l’attività dell’autoporto di Gorizia: l’avevo visitato qualche tempo fa ma in tutt’altre vesti. Credo - spiega D’Agostino - che la struttura goriziana possa diventare una sorta di “retroporto” dello scalo di Trieste, un polmone per l’attività ferroviaria del porto. Il traffico cresce, gli operatori chiedono spazi e credo sia meglio utilizzare le strutture che già ci sono».
Una prospettiva, che, però si scontra con l’ostacolo che il settore trasporti del Gect non è stato finanziato. E su questo tema si è sviluppata gran parte della discussione. «L’obiettivo - spiega Laura Fasiolo - era di mettere il focus di attenzione sul potenziamento del polo logistico intermodale e transfrontaliero di Gorizia-Sempeter Vrtojba che, in rete con le altre piattaforme logistiche, porti e interporti della Regione, attraverso la connettività delle linee nazionali ed internazionali, porterebbe Gorizia ad essere il secondo, irrinunciabile valico verso l’Est Europa».
Il rilancio dell’autoporto Sulla necessità di un rilancio della Sdag è intervenuto il presidente della società che gestisce l’autoporto, Gianpaolo Ristits che ha illustrato a Zeno Agostino, insieme alla responsabile dei progetti Cinzia Nizzatti, la questione dell’intermodalità ferroviaria Gorizia-Nova Gorica e le sue ripercussioni sull’economia del territorio.
«La realizzazione delle lunette fra Gorizia e Nova Gorica consentirebbe alla zona di uscire dall’isolamento - evidenzia la senatrice - con un beneficio sui traffici dell’autoporto e lo sviluppo non solo del traffico merci, ma anche di quello passeggeri».
«Il nodo ferroviario di Gorizia-Sempeter Vrtojba per un vero rilancio economico necessita della realizzazione dei raccordi ferroviari, le “lunette” su cui è innestato il sistema intermodale, in modo da consentire l’ingresso bidirezionale dalla linea Gorizia-Monfalcone in territorio italiano e Nova Gorica-Lubiana in territorio sloveno», hanno spiegato, con dovizia di riferimenti, la direttrice del Gect Sandra Sodini e il responsabile (neonominato) nell’assemblea del Gect per il sistema ferroviario Alessandro Puhali.
Entrambi hanno evidenziato i benefici economici nei trasporti Est-Ovest che ne deriverebbero per l’intera Regione Fvg. Era presente anche il presidente della Camera di commercio Gianluca Madriz, il quale ha evidenziato «l’urgenza di quest’opera non più rinviabile»: le lunette o bretelle ferroviarie necessarie allo sviluppo sia del trasporto merci sia del trasporto passeggeri, come il progetto Adria A prevede.
Commissione Trasporti del Parlamento europeo Più volte, nel corso della riunione, è stato citato il presidente della Commissione Trasporti del Parlamento europeo Michael Cramer, il quale ha posto come «centrale» la realizzazione dell’opera, una delle priorità in Europa in corrispondenza ai confini nazionali.
Uno studio - hanno fatto eco Sodini e Puhali - che ha individuato il nodo ferroviario di Gorizia, Nova Gorica, Sempeter Vrtojba come uno dei quindici nodi mancanti più eclatanti d’Europa, attualmente all’attenzione dei massimi vertici europei. «È stata una riunione soddisfacente. Soddisfatto anche il commissario straordinario dell’Autorità Portuale di Trieste, Zeno D’Agostino per gli importanti elementi informativi, di verifica e valutazione della visita».
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