Gorizia, in vendita le ali dismesse della Carigo
Un milione e 250 mila euro. È la cifra che dovrà sborsare chi vorrà acquistare le ali dismesse della sede goriziana della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, l’imponente edificio all’angolo tra l’isola pedonale di corso Verdi e via Diaz. La cifra, contornata da immagini e planimetrie dello stabile, appare nell’annuncio che Group Service, la società controllata da Intesa Sanpaolo che si occupa di gestire i beni immobiliari di cui risulta proprietario l’istituto, ha pubblicato sulle pagine di un portale online specializzato. «L’annuncio» evidenzia per conto di CariFvg la responsabile relazioni esterne, Chiara Carlotti, «riguarda solamente un insieme di aree dismesse da anni e non avrà alcun impatto sull’operatività della nostra sede di Gorizia, dove attualmente lavorano circa 80 colleghi che già in passato non utilizzavano gli spazi che oggi sono in vendita.
A Gorizia continueremo a erogare le attività di back office e di sportello, sia per privati che per aziende». Nel dettaglio, si tratta di vecchi uffici posizionati dal primo al quarto piano dell’edificio, una soffitta al quinto e altri spazi sfruttati come archivi, magazzini e cantine al piano interrato. Tutti locali che, come si legge nell’annuncio di Group Service, si potrebbero essere anche trasformati in appartamenti. La superficie totale è stata calcolata in 1. 339 metri quadrati, portando il costo, calcolatrice alla mano, a 933, 53 euro al metro quadro. Sempre sul portale immobiliare online, l’annuncio è accompagnato anche da un’indicazione su un possibile mutuo calcolato in 5. 299 euro al mese. Indubbiamente un investimento consistente, che al giorno d’oggi non sono in molti a potersi permettere.
Ma l’annuncio di vendita delle ali della sede goriziana di CariFvg ha riacceso anche i riflettori sull’iter che porterà, salvo sorprese, alla fusione dell’istituto in Intesa Sanpaolo. Non più in CariVeneto, dunque, come previsto in un primo momento. Una vicenda sulla quale il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, aveva tenuto d’occhio già durante la sua attività in consiglio regionale. «Tre anni fa» ricorda, «sembrava a un passo la fusione con CariVerona. Qualcuno, però, commise l’errore di secretare l’assemblea semestrale e questo mi permise di portare il fatto all’attenzione del consiglio. Evidentemente avevo rotto le uova nel paniere, perché da quel momento l’iter si era bloccato. Oggi la situazione è completamente diversa e sembra difficile riuscire a fare qualcosa per fermare la fusione, che però dovrebbe avvenire direttamente in Intesa Sanpaolo. Voglio sperare che questa operazione non cambi l’assetto dell’istituto in regione. Continuerò a far sentire la voce di Gorizia perché da una parte non venga trasferita la sede di corso Verdi, e dall’altro non perdano valore le quote societarie che garantiscono l’operatività della Fondazione Carigo. In caso contrario, la ricaduta sul nostro territorio non sarà indifferente».
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