Gorizia, immigrati ospitati all’ex Nazareno

Riaperto il centro delle suore della Provvidenza di via Brigata Pavia che ha ospitato 15 siriani provenienti dalla Sicilia. Il prefetto: «Non sarà un secondo Cara»
Bumbaca Gorizia Convento via Brigata Pavia
Bumbaca Gorizia Convento via Brigata Pavia

Sembrava una proposta. Una delle tante. Una soluzione da “sfoderare” solamente in situazioni di estrema difficoltà. Parliamo del riutilizzo del Nazareno di via Brigata Pavia, la struttura oggi in parte disabitata, che era stata indicata per ospitare eventuali richiedenti asilo.

“Rivive”

il Nazareno

Ebbene, da martedì notte, 15 cittadini di nazionalità siriana “risiedono” nella struttura di via Brigata Pavia. In quattro e quattr’otto, il Nazareno è diventato una sorta di secondo Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo), anche se questa definizione non piacerà alla Prefettura. Gli stranieri fanno parte di un gruppo di 80 migranti provenienti dalla Sicilia che sono atterrati l’altra notte all’aeroporto di Ronchi dei Legionari e che sono stati “smistati”, in seguito, nelle quattro province del Friuli Venezia Giulia: fanno parte delle 1.200 persone tratte in salvo nei giorni scorsi, e sbarcate nel porto di Augusta, nell’ambito dell’operazione “Mare nostrum”.

«Confermo che stiamo ospitando tre famiglie con parecchi bambini: si tratta di 15 persone di nazionalità siriana che sono andato ad accogliere in aeroporto - spiega il prefetto Vittorio Zappalorto -. In un primo momento, pareva dovessero arrivare una cinquantina di migranti a Gorizia, poi il loro numero si è ridimensionato a 15. La Questura è a loro disposizione qualora dovessero chiedere asilo politico in Italia ma sembra che non siano queste le loro intenzioni». Tant’è che, in mattinata, hanno già lasciato la struttura ma saranno sostituiti da 27 afghani che alloggiavano al dormitorio Caritas o vivevano all’adiaccio.

Le prospettive

future

Ma non c’è il rischio che il Nazareno possa lentamente trasformarsi in un centro-immigrati definitivo? Il prefetto tende ad escludere questa ipotesi. «La struttura molto probabilmente si svuoterà - risponde Vittorio Zappalorto -. Questo è un momento di emergenza: quindi, abbiamo dovuto adottare una soluzione di emergenza. Oggi, in provincia di Gorizia, ci sono 204 immigrati ospitati al Cara di Gradisca d’Isonzo, cui vanno aggiunti i 24 che risiedono all’hotel Internazionale, i 35 che vengono seguiti dalla Caritas diocesana e i 15 del Nazareno. Complessivamente, quindi, si tratta di 278 ospiti». Riguardo al riutilizzo del Nazareno, in tempi non sospetti (era il primo marzo scorso), ci fu l’auspicio di don Alberto De Nadai, garante del carcere di Gorizia e del Cara e del Cie di Gradisca. Disse: «Se va in porto l’azione per il Nazareno sarebbe opportuno creare uno spazio per la salute di quelle persone che vivono sulla strada: spazio che potremmo chiamare “Foresteria sanitaria”».

Sempre due mesi fa, la Provincia frenò sulla possibilità che il Narazeno potesse diventare un secondo Cara. Queste furono le parole di Ilaria Cecot, assessore provinciale: «Nessuna decisione è stata ancora presa, tantomeno che riguardi il Nazareno. Stiamo discutendo e ci stiamo confrontando fattivamente con tutti gli enti. Semmai, il discorso da fare è a monte: ci piacerebbe che venissero regolarmentati questi flussi», sottolineò in quella occasione. Evidentemente, siamo punto e a capo.

@Francesco Fain

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