Gorizia, il servizio radiotaxi scalda i motori e riprende le corse coi separé in plexiglas
GORIZIA Da domani si riparte e qualcuno spera di ripartire in senso fisico, non solo figurato. Sono i tassisti. Loro, in realtà, non si sono mai fermati, ma il lockdown causato dalla pandemia da coronavirus li ha bloccati per manifesta mancanza di clienti. Ora che però rialzano le serrande anche le attività commerciali, la categoria spera di rimettersi in marcia.
In questi mesi il servizio Radiotaxi - avviato da quattro degli otto autisti goriziani - è stato sospeso soltanto una settimana perché a fine marzo le mascherine erano letteralmente introvabili e i tassisti non avevano a loro disposizione i necessari dispositivi di protezione individuale per effettuare il servizio di piazza. Una volta che il Comune ha fornito loro le mascherine, l’attività è però ripresa, anche se - come già evidenziato - con la quasi totalità della popolazione confinata in casa dal decreto del presidente del consiglio Conte di clienti in giro non ce ne erano. A utilizzare il servizio, oltre a chi arriva a Gorizia in treno per motivi di lavoro, sono soprattutto gli anziani che devono andare a fare la spesa o a svolgere piccole commissioni.
Con l’inizio dell’attesa Fase 2 la situazione non è cambiata molto perché, in ogni caso, le persone sono rimaste diffidenti e la preoccupazione è molta. Mantenere in un abitacolo il previsto metro di distanziamento sociale è un’impresa ardua anche sedendosi dal lato opposto del guidatore. Ecco quindi che i quattro veicoli del servizio Radiotaxi di Gorizia sono stati dotati di un divisorio in plexiglas che contemporaneamente protegge i passeggeri seduti nella parte posteriore e lo stesso conducente.
«Non possiamo trasportare più di due persone per volta, ma per il momento chiamano il numero 0481/1989 con il contagocce. Speriamo che da questa settimana possa esserci un po’ più di movimento e che ci sia una ripresa», ricorda Elia Ghitter sottolineando che il separé in plexiglas montato sui quattro radiotaxi goriziani è l’unico omologato presente sul mercato. «L’abbiamo acquistato da una ditta di Ravenna e lo abbiamo fatto montare da un’officina che ci ha anche rilasciato un certificato che ne attesta l’installazione a regola d’arte», precisa il professionista.
Nonostante la presenza del pannello divisorio, sui taxi si dovranno comunque indossare i dispositivi di protezione individuale. Così però tutti si sentiranno più protetti.
«Il numero del Radiotaxi è diventato operativo il 2 gennaio e ha avuto subito successo - evidenzia Ghitter -. Dai tabulati abbiamo visto che fino a febbraio, quando poi si è bloccato tutto, abbiamo ricevuto circa ottocento chiamate. Il servizio funzionava. Noi ci siamo autoregolati e la gente era contenta, poi però tutti hanno smesso di viaggiare e i mesi di marzo e aprile sono stati un disastro. Dal 4 maggio in stazione a Gorizia arrivano 28 treni al giorno, ma non ci sono passeggeri a bordo. Le persone poi non escono perché hanno ancora paura. Abbiamo deciso di mettere il divisorio per dare fiducia ai clienti. I primi ad adottarlo sono stati i colleghi di Torino. Ora speriamo che per evitare gli assembramenti sui mezzi pubblici le persone scelgano di chiamare noi, anche perché i prezzi delle corse sono ancora fermi alle tariffe del 2011».
Da oggi i radiotaxi goriziani assomigliano un po’ di più a quelli che si vedono nei film hollywoodiani, ma la soluzione dei sedili anteriori separati da quelli posteriori non è certo dettata da motivi estetici. Come tutti i lavoratori, anche gli autisti devono tutelare la salute loro e dei clienti che scelgono di utilizzare il servizio. Per fortuna, Gorizia non è una metropoli pericolosa dove malintenzionati salgono a bordo per tentare una rapina, anzi, è una città tranquilla, una città che da domani è pronta a ripartire. I motori sono caldi e i pannelli divisori sono al loro posto. —
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