Gorizia, il reparto ospedaliero di Urologia chiuso per ferie
Nove giorni di stop per carenze di organico. Il primario Callari: «Situazione di emergenza, i casi gravi dirottati a Cattinara»
Urologia chiusa per ferie. Il reparto diretto dal primario facente funzioni Sebastiano Callari, alle prese con pesanti carenze d’organico che si protraggono ormai da parecchio tempo (a causa di pensionamenti e dimissioni vi operano attualmente soltanto 4 medici) ha sbarrato le porte da sabato scorso e le riaprirà lunedì 21. Nove giorni di stop dell’attività operatoria e ambulatoriale – venerdì scorso tutti i pazienti ricoverati erano stati dimessi – che garantiranno al personale medico e infermieristico di beneficiare di un periodo di vacanza utile a ritemprare le energie (visti lo stress e i ritmi infernali nelle corsie).
La decisione, che non ha precedenti ed è stata adottata – come sottolinea lo stesso dottor Callari – a causa di «un’emergenza eccezionale e, ci si augura, irripetibile», è stata concordata e pianificata dallo stesso primario facente funzioni in sintonia con il direttore generale Pilati e con il direttore sanitario dell’ospedale, Andreatti.
«Ci siamo preoccupati innanzitutto – spiega Callari – di fissare le linee-guida per l’assistenza ai pazienti urologici che si dovessero rivolgere agli ospedali di Gorizia e Monfalcone. Di essi si occupano in questo periodo i medici del Pronto soccorso, supportati, in caso di necessità, dal personale della chirurgia. Coliche renali, ritenzioni idriche acute ed ematurie possono essere trattati in prima battuta senza problemi dai medici del Pronto soccorso, per poi essere approfonditi nei giorni successivi dagli specialisti urologi. In caso di bisogno, per esempio per il posizionamento di cateteri, possono essere d’aiuto come detto anche i chirurghi”.
Ma i casi che necessitano di un ricovero ospedaliero? «Ovviamente li abbiamo messi in preventivo – aggiunge il primario – per cui la clinica urologica di Trieste è già stata allertata, ed è appunto a Cattinara che vengono trasferiti in ambulanza, cercando quindi di ridurre al minimo i disagi, i pazienti più gravi. Fermo restando che è il prezzo minimo da pagare a una situazione oggettiva d’emergenza, i ricoveri d’urgenza vengono effettuati peraltro in pochi casi, riconducibili ai traumi renali, che richiedono una radiologia interventistica che comunque può essere effettuata soltanto a Trieste, e alla torsione del testicolo, una patologia che riguarda i bambini».
Lunedì prossimo, dunque, il reparto riprenderà regolarmente la propria attività, anche se permarranno i problemi legati all’organico ridotto. Il dottor Callari assicura però che, finalmente, in autunno dovrebbe essere ripristinata la normalità. «Le procedure per il concorso atto a nominare il nuovo primario – precisa – sono state svolte dai vertici aziendali a tempo di record. I tempi per l’iscrizione sono già scaduti e ora si procederà alla nomina della commissione, dopodiché sarà fissata la data del concorso». Vi parteciperanno sei medici, e fra questi non figura l’attuale primario facente funzioni, per cui il successore del dottor Leonardo Zappalà arriverà da fuori Gorizia. «Entro ottobre inoltre – conclude Callari – saranno assunti a Gorizia due nuovi medici». L’emergenza insomma sta per finire.
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