Gorizia, i figli vietano a Savino l’ingresso in chiesa

La presenza dell’azzurra è ritenuta un oltraggio alla memoria del padre

TRIESTE È giunto il momento dell’estremo saluto al leone di Gorizia, ma mentre Ettore Romoli consuma il suo ultimo atto su questa terra, i fili della politica si intrecciano attorno alle molte partite aperte dalla scomparsa del presidente del Consiglio regionale. E se nella comunità azzurra tiene banco la discussione locale e nazionale sul futuro politico della coordinatrice di Forza Italia Fvg, Sandra Savino, in Regione è difficile non domandarsi chi verrà scelto per subentrare a Romoli sullo scranno più alto dell’aula di piazza Oberdan, dove si registra intanto l’interruzione del rapporto di lavoro del segretario particolare del presidente, avvenuto con tempistica quanto meno singolare dato che la lettera di licenziamento è partita soltanto poche ore dopo la morte dell’ex sindaco di Gorizia.

Savino assente al funerale?

Da quanto si dice negli ambienti berlusconiani, la coordinatrice di Fi avrebbe in un primo momento voluto partecipare alle esequie di Romoli, nonostante la polemica che l’ha investita dopo la sostanziale messa al bando dal partito spiccata nei confronti di uno dei fondatori di Forza Italia in Fvg, reo a suo dire di aver rinnovato per alcuni mesi la posizione del capo di gabinetto uscente, Giorgio Baiutti, invece di accettare l’indicazione della segretaria particolare di Riccardi, Fanny Codarin, come proposto appunto da Savino. Non appena saputo delle intenzioni di quest’ultima, i figli Andrea e Francesca Romoli hanno chiesto allo stesso Baiutti di comunicare a Savino che la sua presenza non sarebbe gradita e anzi verrebbe considerata un oltraggio alla memoria paterna, il cui ricordo sarà affidato alle orazioni del figlio Andrea, del governatore Massimiliano Fedriga e del sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna.

L’editoriale di Sgarbi

Vittorio Sgarbi commemora nel frattempo Romoli in un corsivo pubblicato sulla prima pagina del Giornale, mettendo a sua volta nel mirino la polemica sollevata dalla coordinatrice regionale. «Onore a Ettore Romoli. Oggi è morto – scrive il parlamentare di Forza Italia – ma non in pace, esiliato dalle sue stesse idee con un gesto ingeneroso, e che la morte stigmatizza. Romoli continua a vivere, altri non sono mai stati vivi. Sembra incredibile che chi non ha mai fatto nulla se non confusione abbia infierito con crudeltà e insensatezza su personalità grandi e di antiche radici come Romoli». Sgarbi parla di «inutile e barbara violenza del tutto estranea alla sensibilità e ai metodi di Silvio Berlusconi (che certamente contrasterà la decisione di esponenti inconsistenti e prepotenti del suo partito, andando ai funerali di Romoli). Il Pd non ha cacciato il ribelle Emiliano, Forza Italia ha cacciato Romoli. Uno strano segnale per la casa delle libertà».



Le decisioni del Cav

Gli interrogativi su Berlusconi riguardano tanto la sua possibile venuta al funerale di Romoli, quanto la decisione finale che il capo di Forza Italia assumerà su Savino. Sulla presenza alle esequie è mistero fitto, mentre fra gli azzurri circola ormai insistente la voce che il presidente sarebbe pronto alla defenestrazione della coordinatrice. Le pressioni arrivano infatti ormai non solo da una parte dei berlusconiani del Fvg, ma anche da personaggi come Gianni Letta e dal responsabile dell’organizzazione di Fi, Gregorio Fontana, che stigmatizza «l’uso di parole sbagliate in una polemica politica». Il tutto si inserisce peraltro nel disegno del Cavaliere di attuare un consistente ricambio fra i propri coordinatori regionali, per rianimare un partito che non vive certo la sua stagione più felice. Ziberna, amico fraterno di Romoli, è stato il primo a tuonare per ottenere le dimissioni di Savino e sarebbe a disposizione per gestire una fase di transizione. L’idea potrebbe materializzarsi nella creazione di un quadrumvirato che rappresenti i diversi territori del Fvg e conduca il partito a un’assemblea in cui gli eletti, dai consiglieri comunali ai parlamentari, trovino l’intesa su un nuovo nome. Ma in un partito monarchico come Forza Italia ogni decisione spetterà a Berlusconi.

L’enigma della successione

Tutto da sciogliere resta anche il nodo dell’eredità del presidente del Consiglio. A palazzo i più erano convinti che Romoli avrebbe lasciato l’incarico a metà legislatura per dare spazio e visibilità a un elemento più giovane, ma la sua morte improvvisa ha mutato gli scenari. La poltrona era andata a Forza Italia in nome degli equilibri tra le diverse componenti dell’alleanza, ma la scelta non sarebbe stata così scontata in assenza di Romoli, che garantiva sufficiente distanza dalla linea di Savino da sempre contraria alla candidatura di Fedriga.

Resta dunque da capire se i giochi interni alla coalizione vedranno la riconferma del colore azzurro per questa casella o se si opterà ad esempio per promuovere il vicepresidente leghista Stefano Mazzolini, primo per preferenze nel suo partito. L’unica cosa certa al momento è l’immediata cancellazione dal ruolo del segretario particolare del presidente Romoli, Michel Mucci, sollevato dall’incarico già nella mattinata in cui si è diffusa la notizia della morte dell’ex sindaco di Gorizia.

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