Gorizia: Gusti di frontiera, edizione blindata

GORIZIA Niente lattine e vetro, si berrà e si mangerà con bicchieri e piatti di carta o di plastica. E ben 30mila euro in più di costi legati alla sicurezza.
È una piccola grande rivoluzione, quella imposta anche a Gusti di frontiera (come del resto a tutte le manifestazioni pubbliche di piazza) dalle ultime direttive in materia di sicurezza del ministero dell'Interno.
Una rivoluzione che, inevitabilmente, non potrà essere indolore. Già, perché i noti e drammatici fatti della sera del 3 giugno scorso in piazza a Torino – il panico causò tra la folla che seguiva la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid un decesso e migliaia di feriti – hanno spinto il governo a varare misure decisamente più restrittive per l'organizzazione di manifestazioni dalla grande partecipazione.
Come Gusti di frontiera, appunto. In particolare diventa “severamente vietato” - come spiega la circolare con le prescrizioni hanno ricevuto già diversi storici standisti della manifestazione – “somministrare e/o vendere bevande in bottiglie di vetro e lattine, in quanto ciò può costituire pericolo per la pubblica incolumità”, e “per il medesimo motivo sarà vietato l'uso di bicchieri di vetro”.
Va da sé che questa novità è destinata a cambiare profondamente la proposta di molti operatori che di lattine (pensiamo alla birra, ma anche banalmente all'aranciata e a molte altre bevande) o di bicchieri e boccali (soprattutto gli stand che vendono vino e birra di una certa qualità) facevano e fanno ampio uso.
Per il resto ovviamente resteranno in vigore tutte le altre indicazioni valide già per le scorse edizioni, dalla certificazione degli impianti elettrici all'osservanza delle normative di sicurezza canoniche.
Ma non basta. Perché oltre agli operatori del settore ed al personale che lavora negli stand, sarà più in generale tutta l'organizzazione di Gusti di frontiera a doversi adeguare alle ultime circolari ministeriali in fatto di sicurezza.
Si dovrà prevedere un maggiore presidio di tutti gli accessi, e dunque alle sue numerose porte, con più personale che sarà chiamato ad effettuare vigilanza. Ancora, dovrà essere potenziata la cartellonistica e l'illuminazione per identificare le vie di fuga.
Tutto questo, chiaramente, ha un costo, che il Comune ha quantificato in un aggravio di 30mila euro rispetto al budget della passata edizione: Gusti di frontiera costerà così 221mila euro rispetto ai 191mila dell'edizione 2016.
Cifre contenute nella delibera affrontata e licenziata proprio ieri mattina dalla giunta Ziberna per integrare il budget dell'edizione 2017.
Se rimangono sostanzialmente immutate tutte le voci principali, per quel che riguarda “Piano della Sicurezza, dell'Emergenza e del Presidio Sanitario” si passa dai 30mila euro stanziati sino ad ora ai 50mila euro per la manifestazione del prossimo settembre.
E salgono anche i costi della voce “Strutture, logistica e allestimenti vari, servizi di vigilanza e servizi ausiliari, che passa da 106mila euro a 116mila euro. Aumenti di cui dovrà farsi carico il Comune di Gorizia (che ha già stanziato la somma di 62.885 euro) assieme alle altre realtà che storicamente appoggiano la manifestazione, ovvero Camera di Commercio (128.115 euro) e Regione (30mila euro).
Ma al di là dei conti, che non faranno in ogni caso fatica a tornare malgrado questa spesa ulteriore imprevista, la preoccupazione è per le possibili conseguenze sull'offerta di Gusti di frontiera, e sulla reazione di molti degli standisti che di anno in anno confermano la loro presenza a Gorizia.
«Ci stiamo dando da fare al massimo per far sì che queste disposizioni non incidano più di tanto sulla manifestazione e sulla sua qualità – fa sapere l'assessore agli Eventi del Comune di Gorizia Arianna Bellan -, ma di certo noi come tutti abbiamo il dovere di rispettare le disposizioni in materia di sicurezza che arrivano direttamente dal Ministero».
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