Gorizia, gola tagliata al valico. In manette i tre stranieri
Una storia (ancora) poco chiara. Un piccolo giallo. Ma con due certezze: tre arresti e la pista del terrorismo internazionale che viene esclusa recisamente.
Il giorno dopo l’atto di autolesionismo consumatosi al valico di Sant’Andrea sono ancora tanti i punti interrogativi senza risposta. Non si capisce il motivo per cui il quarantenne, presumibilmente estone, si sia tagliato la gola davanti agli agenti della polizia di frontiera, dando vita a un atto di autolesionismo. I poliziotti, durante un normale controllo, avevano fermato una Citroen C5 station wagon con targa svedese con a bordo tre stranieri. Il conducente dell’automobile si era subito fermato all’alt ma, al controllo dei documenti, uno dei due passeggeri (quello seduto sul sedile posteriore) aveva estratto un coltello tagliandosi la gola. Non è in pericolo di vita.
L’altra notte, dopo gli accertamenti di rito, i due cittadini russi (pure loro sulla quarantina) sono stati arrestati con l’accusa di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” e hanno passato la notte nella casa circondariale di via Barzellini. Il terzo, il ferito, è piantonato all’ospedale di Udine. Pure lui è in stato di arresto per “uso e esibizione di atto falso”: il riferimento è al passaporto risultato chiaramente contraffatto.
A fornire gli ultimi sviluppi dell’ingarbugliata vicenda l’ufficio di gabinetto e il vicequestore vicario Luigi Di Ruscio. «Non sappiamo nemmeno se la persona sia di nazionalità estone: ha esibito un passaporto che rimanda a quello Stato ma, essendo falso, non è affatto certa la sua reale origine e provenienza. Resta da capire anche il motivo del gesto. E anche cosa c’entrasse con gli altri due, cittadini russi in possesso di regolare passaporto russo».
La Polizia di Stato non esclude che possa essersi trattato del gesto di uno squilibrato. Di fronte, però, a una vicenda per nulla chiara, è stato fatto scattare tutto il dispositivo che parte nei casi di presunto terrorismo internazionale. Ed è così che sono intervenuti gli artificieri, una quindicina di agenti di polfrontiera, squadra mobile, volanti e digos, oltre alle unità cinofile.
Ma la pista terroristica viene esclusa, non foss’altro perché, all’interno della capiente station wagon, non sono stati trovati elementi che avvalorassero questo inquietante scenario. C’erano soltanto vestiti, effetti personali, nessuna traccia di esplosivi, armi o sostante stupefacenti. Peraltro, la vettura non risulta rubata. Pare che sia stata prestata ai due cittadini russi da un amico svedese.
Le altre verifiche sul conto delle persone coinvolte hanno permesso di scoprire che non hanno precedenti. Anzi, si tratta proprio di soggetti incensurati, sconosciuti alle polizie europee. Ora, verranno effettuate ulteriori indagini coinvolgendo la polizia russa. Nei prossimi giorni verrà inoltrata anche una richiesta di aiuto all’Interpol.
Nell’interrogatorio, i russi avrebbero dichiarato che erano legati al cittadino (presunto) estone da una conoscenza occasionale. Stavano entrando in Italia dalla Slovenia per motivi commerciali: in altre parole, avrebbero voluto acquistare lecitamente non meglio precisato materiale.
Giovedì scorso, si erano formate ben presto code e rallentamenti nell’area del valico di Sant’Andrea, con i mezzi pesanti e gli automobilisti provenienti dall’autostrada, in Slovenia, che venivano deviati sulla rampa d’accesso alla rotonda, per poi percorrere quest’ultima e scendere nuovamente sulla Gorizia-Villesse sul capo opposto. Gli occhi di tutti erano però puntati alcuni metri più sotto, sulla carreggiata in direzione Villesse esattamente sotto la rotonda. Dov’era rimasta parcheggiata la station wagon Citroen fermata, e dove si era consumato l’atto di autolesionismo che era costato un volo in elicottero fino all’ospedale di Udine allo straniero in possesso di documenti falsi. Soltanto in serata, la station wagon era stata portata via dalla Polizia, il tratto d’autostrada sotto la rotonda riaperto, e la situazione era tornata rapidamente alla normalità.
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