Gorizia, Forza Italia e Lega sono divise sul futuro del mercato coperto

Parlano i capigruppo dei partiti di riferimento della coalizione di centrodestra. Tomani: «Il Gambero rosso non serve». Gentile: «È stata un’occasione persa»
Il mercato coperto di Gorizia
Il mercato coperto di Gorizia

GORIZIA Che il progetto del mercato coperto finanziato dalla Camera di commercio Venezia Giulia scatenasse dibattito e divisioni non è una novità di oggi. Ma che l’argomento, contras a parte, evidenziasse posizioni distanti anche fra i componenti dei due partiti di riferimento del centrodestra dà la misura di quanto fosse irto di ostacoli il percorso che, alla fine infatti, è stato rispedito nei cassetti.

Claudio Tomani, numero uno della Lega in Consiglio, interviene sì a titolo personale ma «anche - precisa - nelle vesti di capogruppo del partito in Consiglio». E già in aula, l’altra sera, ha illustrato il suo pensiero sulla questione. «Premetto che non sono contrario alle novità. Ma non ritengo giusto che, con i soldi del Fondo Gorizia, che appartengono alle nostre comunità, si realizzi un progetto a favore di imprenditori che vengono da fuori e portano i loro guadagni fuori. È una questione di principio».

Tomani punta il dito sul fatto che «non era nemmeno stata individuata un’ubicazione per i rivenditori di fiori. Dove li avremmo mandati?». L’esponente leghista ha le sue perplessità anche sul progetto in sé. «Prevedeva di eliminare tutti i muri posteriori, ovvero le “schiene” dei negozi circostanti al mercato. E le mensole per la merce dove si pensava di collocarle? Sarebbe venuto a mancare lo spazio espositivo che è vitale per un’attività commerciale». Altra perplessità: «I progettisti avevano ipotizzato un’area dove promuovere concertini, letture di libri, conferenze. Ma dove sarebbe stata collocata? In mezzo alle banane e alla verdura? Qualcuno ha detto che gli operatori avrebbero dovuto riporre tutto, alla sera, nei frigoriferi. Vi sembra praticabile?». Fosse per Tomani, bisognerebbe sì rimettere a posto i muri mantenendo, però, l’impianto storico della struttura. «La bellezza del luogo sta proprio lì. Infine, per illustrare questo progetto, si sarebbe potuta convocare anche qualche commissione: invece, se n’è parlato solo durante la presentazione di Palazzo De Bassa, senza i doverosi approfondimenti».

Diverso, per non dire opposto, il pensiero di Fabio Gentile, capogruppo di Forza Italia. Che parla espressamente di «occasione persa». «Questa è la vittoria della Gorizia del no se pol. Il nuovo mercato sarebbe stato un unicum ed è un peccato che tutto vada così, a carte e quarantotto. Sono sicuro - profetizza - che, adesso, si scateneranno gli appetiti di altre amministrazioni relativamente al progetto del Gambero rosso. Staremo a vedere».

Quanto al parcheggio interrato (da lui contestato aspramente), Gentile precisa: «La mia idea di sviluppo era di riqualificare il mercato all’ingrosso per trasferire lì, anche temporaneamente, chi lavora al mercato coperto per il tempo necessario alla riqualificazione. Ma, evidentemente, non tutti la pensano così». —

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