Gorizia, Fondazione musicale buco da 570mila euro
Ogni giorno che passa non fa che consolidare il già pesante debito della Fondazione musicale Città di Gorizia. Ammonta a 570mila euro. Ieri, al termine della riunione convocata dal sindaco Romoli con i soggetti istituzionali e privati nel tentativo di reperire i fondi necessari a tappare il buco, si è levata una fumata grigia molto densa. La riunione è stata aggiornata a giovedì prossimo. Sarà la giornata decisiva. «La situazione è obiettivamente difficile», ammette il sindaco. Che negli interlocutori non ha riscontrato segnali incoraggianti. Hanno partecipato Regione (con l’assessore Torrenti), Provincia (con l’assessore Portelli), Camera di Commercio, Fondazione Carigo e Cassa risparmio Fvg.
I componenti del nuovo cda della Fondazione Fabrizio Renato Russo, Anna Maria Cisint (nominati dal Comune di Gorizia) e Pier Luigi Corona (rappresentante del Ministero dell’Istruzione) hanno presentato una bozza articolata di quello che dovrebbe essere, in un’azienda, il piano di risanamento. Attraverso una serie di misure si andrebbero a recuperare intanto circa 255mila euro. Tra gli strumenti indicati l’aumento da 18 a 21 delle ore di insegnamento dei docenti assunti a tempo indeterminato, l’impiego part time della segretaria, il richiamo all’insegnamento del direttore (18 ore settimanali di lezione e tre per la pratiche della direzione) e altre ancora. L’impressione è che ormai sia troppo tardi. Dall’assessore Torrenti Romoli si è sentito dire quello che già sapeva: la cultura regionale ha subito tagli molto pesanti. La Provincia ha già deciso che toglierà anche il piccolo contributo che assicurava negli ultimi anni. Pensare che se si fosse proceduto a una seria riorganizzazione dell’istituto di musica appena pochi anni fa non ci si troverebbe in questa situazione. Nel 2005 la scuola ricevette un contributo regionale di 450mila euro. Soldi sprecati, senza dolo, nessuno ha rubato, ma sprecati. Come va annotato che alcuni insegnanti sono stati pagati per 18 ore di insegnamento quando invece erano solo tre le ore di lavoro. I “commissari” si sono riservati di inoltrare la documentazione alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica. Oggi gli allievi iscritti alla scuola sono 120; appena con 200 si andrebbe al pareggio di bilancio dell’esercizio finanziario annuale. Ci si è chiesti come mai la Fondazione non abbia svolto un’azione più incisiva di reclutamento nelle scuole pubbliche cittadine. La tariffa d’iscrizione è mediamente di 100 euro al mese. L’unica seria via di uscita è quella di costituire una fondazione di partecipazione, in cui i soci garantiscano entrate certe. Ma i tempi non sembrano propizi per tale scelta. Dopo giovedì, in caso di fumata nera, si scateneranno gli scarichi di responsabilità sulla chiusura della Fondazione. Poco importa: almeno quelli saranno gratuiti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo