Gorizia, finito il lifting del Palazzo della Provincia

Tre anni e mezzo di lavori e una spesa di 5,3 milioni. Gherghetta: «Un regalo che lasciamo alla città»
Una delle decorazioni recuperate sui soffitti (fotoservizio Bumbaca)
Una delle decorazioni recuperate sui soffitti (fotoservizio Bumbaca)

GORIZIA. Non è cambiato radicalmente, il suo aspetto è quello familiare. E' solo più bello, pulito, tirato a lucido e valorizzato. E questo era in fondo l'obiettivo della Provincia, che tre anni e mezzo (e oltre cinque milioni di euro) dopo può finalmente riconsegnare alla città il “Palazzo dei tre portoni”, la sua storica sede in corso Italia. Che ieri mattina, assieme al presidente Gherghetta, all'assessore ai lavori pubblici Gironcoli e all'architetto Carlot, abbiamo visitato in anteprima, a pochi giorni dalla cerimonia ufficiale di inaugurazione.

L'INTERVENTO. Ci sono voluti oltre tre anni per completare il progetto di restauro, curato dallo Studio Cristinelli ed eseguito dagli operai ed i tecnici del consorzio Kostruittiva, con l'impresa Celsa come esecutore principale. Dei 5,3 milioni di euro investiti in totale, due sono usciti dalle tasche della Provincia, e il resto è stato finanziato dalla Regione. «Ed è stato quasi un miracolo, visti i lacci del “Patto di Stabilità” - dice il presidente Enrico Gherghetta -. Abbiamo scelto di agire, perché il palazzo era vecchio e malandato e il rischio era quello di vederlo cadere a pezzi un po' alla volta: basti pensare che, sotto i vecchi pavimenti, abbiamo trovato ancora la terra che, nell'Ottocento, veniva usata tra un piano e l'altro come isolante».

Il Palazzo sarà sede della Provincia ancora per un anno e mezzo, poi, quando l'ente scomparirà, bisognerà deciderne il futuro. «Quello che lasciamo è un regalo alla città, uno stabile pubblico splendido e recuperato che potrà essere utilizzato in mille modi diversi», spiega ancora Gherghetta. Per una precisa scelta progettuale, si è deciso di sposare la linea della continuità. L'intervento ha recuperato e abbellito, non modificato l'aspetto del palazzo. Gli elementi originali (eccezion fatta per i serramenti interni) sono stati mantenuti e riportati all'antico splendore, e corridoi e uffici interni ora hanno un aspetto arioso, luminoso e moderno.

Gorizia: il Palazzo della Provincia sarà inaugurato il 12 giugno
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DETTAGLI E DECORI. Molti i dettagli di pregio. Tra questi spiccano senza dubbio i decori sui soffitti, presenti un po' in tutto il palazzo, ma riportati alla luce e restaurati solo in un atrio ed in una delle sale al primo piano per evidenti limiti di carattere economico. A disposizione c'erano circa 40mila euro e l'intervento è stato curato dai restauratori della ditta Lithos, con risultati encomiabili.

Assieme a due belle stufe in maiolica di fine ottocento collocate negli atrii al primo e secondo piano, decisamente suggestivi anche i gradini ed i passamano in pietra delle scale laterali, così come gli ambienti delle cantine, interamente recuperati (un tempo erano dei vecchi magazzini praticamente inagibili), con le pareti e le volte a botte con pietre e mattoni a vista. Passando agli aspetti più prettamente pratici ed estetici, infine, da segnalare che nel rinnovato parcheggio interno del palazzo sarà installata anche una colonnina per la ricarica delle vetture elettriche.

Una delle decorazioni recuperate sui soffitti (fotoservizio Bumbaca)
Una delle decorazioni recuperate sui soffitti (fotoservizio Bumbaca)

TRA STORIA E PRESENTE. Risalente alla seconda metà dell'Ottocento, il Palazzo dei Tre Portoni era originariamente era uno stabilimento turistico. Dal 15 giugno, con l'inizio del trasloco, sale e corridoi ritroveranno la loro destinazione moderna. Al pianterreno ci saranno tutti gli uffici aperti al pubblico, il Protocollo e il Centro per l'Impiego. Al primo piano il settore Caccia e Pesca, trasferito dalla sede di via Rossini per la quale è già stato disdetto l'affitto, e gli spazi per la giunta, i consiglieri e le sale istituzionali. Al secondo piano la Direzione lavoro, al terzo la Direzione Bilancio, mentre nelle cantine troveranno spazio gli archivi.

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