Gorizia, ecco la giunta camerale: esclusa Confcooperative
È l’organo esecutivo dalla Camera di commercio. Quindi, riveste grande importanza perché attua gli indirizzi generali espressi dal Consiglio, adotta i provvedimenti necessari per la realizzazione del programma di attività e per la gestione delle risorse, predispone il bilancio preventivo e il conto consuntivo per l’approvazione da parte del Consiglio.
Tutte queste funzioni sono attribuite alla Giunta camerale che è stata nominata nel tardo pomeriggio di ieri. È composta dal presidente (Gianluca Madriz) più sei membri, dei quali almeno quattro devono essere rappresentativi, rispettivamente, dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura. Ne fanno parte Roberto Tonca, che sarà nominato vicepresidente nella prima riunione di giunta ed è espressione del settore del credito e delle assicurazioni; Paolo Bratina, presidente mandamentale di Confcommercio Monfalcone; Antonio Bressan, presidente della Coldiretti; Federica Dal Cin, espressa da Confindustria; Giuliano Grendene (artigianato) e Gilberto Procura, pure lui espressione del settore industriale.
La nomina è stata effettuata dal Consiglio camerale: durerà in carico per i prossimi 5 anni, al pari del presidente Madriz e degli altri organi camerali. Ma non è stata una designazione indolore perché si è registrato il forte mal di pancia del mondo della cooperazione. Ervino Nanut, presidente di Confcooperative, è stato escluso dalla giunta: per protesta, non ha partecipato al voto. «Dopo dieci anni di permanenza nella giunta della Ccia, la cooperazione non ne farà più parte perché così è stato deciso. Dieci anni orsono la cooperazione entrò a far parte della giunta camerale, conquista storica e legittimo riconoscimento per la cooperazione isontina, portando il proprio contributo in termini di esperienza e imprenditorialità: 10 anni di permanenza che sono certo di aver onorato, senza nulla chiedere o pretendere. Ora, logiche incomprensibili, hanno deciso che non c’è spazio per noi. Speravo che certe imposizioni intimamente legate, in modo quasi ricattatorio, ai rapporti di forza potessero finire nel momento in cui fosse passato un messaggio positivo, logico e certamente diverso: il messaggio per cui la giunta avrebbe potuto e dovuto rappresentare tutte le categorie, ma evidentemente non è cosi».
Annota Nanut: «Le grandi manovre sul rinnovo degli organi camerali sono ovviamente iniziate da tempo, da molti mesi, direi fin dal 2012, manovre concretizzatesi in molte riunioni alle quali la cooperazione, che mi pregio di rappresentare, non è stata ritenuta degna di partecipare, ma si sa il mondo è piccolo e la gente mormora. Come spesso succede la cooperazione è rimasta lungamente esclusa da questi incontri che parevano avere tutti una veste molto istituzionale stante la presenza di presidenti e direttori di associazioni e di categorie. Come consuetudine non ho mancato di manifestare il mio disappunto per questa miope esclusione al punto che a qualche incontro abbiamo, con fatica, partecipato portando il nostro pensiero e le nostre valutazioni sul futuro e sulle prospettive della Cciaa potendolo fare (e ciò deve essere sottolineato) dall’osservatorio privilegiato costituito proprio dalla cooperazione che è l’unico soggetto capace di traguardare lo scenario economico provinciale a 360°, senza essere costretta nei rigidi limiti delle altre categorie qui rappresentate. Perché uno scenario a 360°? Perché noi ci occupiamo di agricoltura, servizi alle imprese, trasporti, pesca, consumo, credito, educazione scolastica, edilizia, cooperazione sociale – servizi alla persona e inserimento di disabili nel mondo del lavoro e tra non molto anche di sanità».
Nanut conclude rivolgendosi a Madriz: «Caro presidente, due settimane orsono ti abbiamo votato, ti abbiamo dato la nostra fiducia, ma non ritenere il nostro voto una cambiale in bianco. Ti abbiamo fatto delle raccomandazioni, verificheremo strada facendo se bilanci, programmi e la loro attuazione corrisponderà alle nostre aspettative, sempre con la correttezza e lo spirito di servizio che ci ha contraddistinto».
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