Gorizia e Cormons “unite” nella fiction in tv Quelli di Piedimonte tifano per Caselonghe

Nelle prime puntate di “Volevo fare la rockstar” del regista Oleotto, in onda su Raidue, l’aspetto intimistico della gente 
Bumbaca Gorizia 30_10_2019 prima TV volevo fare la rockstar di Oleotto alla birreria Antica Contea © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 30_10_2019 prima TV volevo fare la rockstar di Oleotto alla birreria Antica Contea © Foto Pierluigi Bumbaca

l’evento



Trovarsi catapultati nel paese immaginario di Caselonghe, pur rimanendo saldamente ancorati al proprio divano, è un’esperienza inedita, strana. Si finisce in un balzo tra colline indefinite, scorci bui di Piedimonte, la piazza centrale di Cormons e tanti altri luoghi familiari, mischiati e visti con il taglio particolare del regista goriziano: Matteo Oleotto. L’autore della fiction “Volevo fare la rockstar”, andata in onda per la prima volta mercoledì sera su Raidue, ha attirato davanti al piccolo schermo un po’ tutto l’Isontino. Se non altro per la curiosità di vedere come sono venute le riprese sul territorio. Una serie tv distribuita in sei serate, visionabili in streaming anche su RaiPlay.

La storia si ispira a un blog con al centro le avventure di Olivia (Valentina Bellè), una ragazza madre che mantiene a fatica due gemelle di 11 anni, il fratello minore Eros e una madre degenere fresca di disintossicazione (l’attrice triestina Emanuela Grimalda). Un tempo Olivia aveva ben altri sogni, come suggerisce il titolo. Si arriva così ad una commedia amara immersa nella crisi economica e nella periferia di una terra di confine.

Nella fiction si riconoscono soprattutto vie e luoghi del quartiere di Piedimonte e di Cormons, che il regista ha utilizzato per dare vita a un paesino mai esistito che, alla fine, ha un’apparenza più collinare che cittadina. Tanto verde, infatti, in moltissime scene del film di cui sono andate in onda le prime due puntate da 50 minuti ciascuna. Un evento seguito da moltissimi goriziani a casa, commentando sui social, ma anche nella birreria di Piedimonte dove sono state girate varie scene del film. Mercoledì sera nel locale in via IV novembre è stato montato pure uno schermo dove poter vedere in compagnia l’ultimo lavoro del regista goriziano. Un evento atteso da tanti che hanno accolto bene, a quanto pare, questo prodotto che fa conoscere il territorio al di fuori dei soliti confini locali. Nella birreria è stato inoltre affisso il cartello con la scritta “Caselonghe”, a imperitura memoria.

La fiction sin dalla sigla rivela molto del Goriziano. Dai primi secondi si possono infatti scorgere fotogrammi dell’Isonzo, via Rastello, via Cocevia e altre strade che fanno emergere tutta la storica particolarità di Gorizia e di Cormons. Piedimonte si presenta spesso con il suo cartello “Caselonghe” nella via che ospita il “Muro delle cinque lingue” e la sua scenografica sequenza di opere d’arte non proprio in buono stato.

Tutto a fare da sfondo alle vicende di Olivia, alle prese con la sua vita sconclusionata che ha, come quartier generale, una casa di campagna dove troviamo, tra l’altro, un tradizionale spargher. Un elemento caratteristico che sottolinea in realtà il meno romantico stato di indigenza della protagonista, costretta a destreggiarsi tra tre lavori per tirare avanti.

Nella prima puntata appare poi Giuseppe Battiston nel ruolo di Francesco Colombo. Lui e Olivia si conoscono nella birreria di Piedimonte, presentata nella fiction come un pub gallese. La storia si muove sui binari di diverse fiction italiane, con i ritmi, i tempi e i modi a cui ci hanno abituati. Nel complesso forse si svela poco a poco il tocco autorale del regista di “Zoran, il mio nipote scemo”, lungometraggio con al centro lo stesso Battiston (anche in questo caso la vera star del cast). Visto da fuori questo lavoro ha suscitato il caratteristico stupore che si riserva al Friuli Venezia Giulia, una sorta di inesplicabile Far west per buona parte d’Italia dal Veneto in giù. Già si è parlato infatti di “atmosfere rarefatte e senza tempo”, “province lontane”, “Oregon” e altre curiose accezioni riservate pure ad altri film girati in regione. Come nel caso di Zoran, anche nell’ultima fiction di Oleotto emerge l’aspetto intimistico e cordiale del Goriziano. Il risultato è comunque dato dalla creatività di chi inventa una fiction, senza voler per forza raccontare la realtà. –



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