Gorizia, dal Cup unico all'Isonzo sbloccati 120 milioni del Gect

Il via libera dal ministero degli Esteri per valorizzare l'area fluviale e per la sanità transfrontaliera
Uno dei progetti più ambiziosi del Gect va nella direzione della valorizzazione turistica dell’Isonzo
Uno dei progetti più ambiziosi del Gect va nella direzione della valorizzazione turistica dell’Isonzo

GORIZIA C’erano ma è come se non ci fossero stati. I dieci milioni per avviare i due (tre se si “spacchetta” quello sanitario) ambiziosi progetti del Gect erano stati sì attributi ai Comuni di Gorizia, Nova Gorica, Sempeter Vrtojba ma esistevano soltanto sulla... carta. Insomma, non erano mai arrivati concretamente.

La causa? La decisione del Governo italiano di bloccare il “co-finanziamento” pari al 15% dell’importo totale: quindi 1,5 milioni sui 10 assegnati nell’ambito dei progetti europei Italia-Slovenia. Quale la motivazione del niet? Non si potevano finanziare progetti che riguardano Stati diversi al nostro, nella fattispecie la Slovenia.

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Bumbaca Gorizia 12.02.2014 Rimozione rete San Gabriele - Foto Pierluigi Bumbaca

Ma ora l’iter si è finalmente sbloccato. A darne notizia la segreteria della parlamentare Tamara Blažina, attraverso un comunicato diffuso da Livio Semolic, segretario regionale dell’Skgz (Unione economica culturale slovena)

«La questione - spiega l’ufficio di segreteria - verte sul co-finanziamento Gect da parte del Governo italiano, che è rimasto bloccato per molti mesi a Roma al Dipartimento per la coesione europea del sottosegretario Claudio De Vincenti.

L’onorevole Tamara Blažina è più volte intervenuta sia interpellando direttamente il sottosegretario sia interloquendo anche con il suo consigliere, il dottor Donato, che seguiva personalmente la pratica. In questo senso, si è adoperata attivamente presso il Governo nazionale anche la presidente della giunta regionale Debora Serracchiani».

Ma perché quello che doveva essere un percorso lineare è diventato irto di ostacoli? «Cerco di semplificarla al massimo. La questione che ponevano gli uffici romani - spiega Semolic - era legata al fatto che il Governo andava a co-finanziare l’intero progetto Gect, anche la parte inerente il territorio sloveno e su questo elemento, di fatto, la pratica rimaneva bloccava, non tenendo conto che il Gect è “beneficiario unico” dei finanziamenti e fa parte del diritto pubblico italiano.

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Su questo argomento, invece, non avevano alcun dubbio i funzionari della Commissione europea i quali, fino all’ultimo, sostenevano la correttezza e la necessità del co-finanziamento italiano dell’intero progetto transfrontaliero». Alla fine, grazie ad un’accurata opera di diplomazia dell’onorevole Blažina, la questione si è sbloccata.

Il Governo italiano stanzierà un milione e mezzo di euro. «La notizia dell’approvazione del co-finanziamento governativo del Gect toglie anche l’ultimo ostacolo che era rimasto sul percorso dell’attuazione dei due progetti del valore di 10 mln di euro e con ciò si può veramente dire che finalmente la strada è definitivamente spianata. A questo punto dipenderà veramente per lo più dai fattori locali la piena attuazione e realizzazione delle opere previste». Insomma, niente più alibi.

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Rilevante il progetto prevede la valorizzazione turistica del fiume Isonzo. C’è poi quello, altrettanto importante, denominato “Costruzione di un network di servizi sanitari transfrontalieri”. Accanto alla Casa del parto (progetto di cui abbiamo scritto in lungo e in largo) e al cosiddetto “Osservatorio per la gravidanza fisiologica”, ci sono altri due «sotto-progetti»: il primo riguarda la salute mentale e prevede la creazione di un equipe transfrontaliera, la condivisione di alcune prestazioni del Centro di salute mentale di Gorizia e l’attivazione di una struttura residenziale intermedia ad alta assistenza, da realizzare in territorio sloveno.

Il secondo, se possibile, è ancora più importante e concreto nel senso che tocca l’intera collettività: l’intesa raggiunta tra i tre Comuni del Gect e i referenti delle aziende sanitarie e ospedaliere punta alla creazione di un network di integrazione sociosanitaria, a partire dalla realizzazione Centro transfrontaliero di prenotazione dei servizi socio-sanitari (Cup).

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