Gorizia, crollo al liceo causato da laterizi difettosi
Un problema di scarsa qualità del laterizio. Che causò un crollo anche nel 1995 quando “piovvero” a terra altre 5 pignatte nella medesima aula.
Queste alcune delle conclusioni della relazione tecnica effettuata, per conto della Provincia, dallo studio dell’ingegnere udinese Marino Del Piccolo: relazione che siamo in grado di sviscerare in esclusiva. Le conclusioni? Non sono molto positive. Per rimettere a posto i solai del Liceo classico ci vorranno 160mila euro per un intervento di minima che lievitano a 260mila se si deciderà di intervenire anche laddove non è stato ravvisato alcun pericolo. La Provincia ha già chiesto l’aiuto della Regione. Diventa, quindi, ormai certo che la permanenza degli studenti del classico allo “Slataper” di via Diaz si protrarrà almeno sino alla fine dell’anno scolastico.
Ma vediamo, nel dettaglio, i contenuti della relazione. Tecnicamente, il crollo è la conseguenza di un fenomeno di “sfondellamento del solaio di laterocemento”, ovvero il distacco del foglio inferiore (fondello) di alcune pignatte in laterizio, la parte alleggerita del solaio. «Il distacco, probabilmente progressivo, di uno o di alcuni fondelli ha accumulato - scrive l’ingegnere Del Piccolo - materiale laterizio pesante sul controsoffitto facendo però mancare anche il supporto stesso attraverso il quale il controsoffitto era appeso: ciò ha determinato la rottura per sovraccarico anche dei pendini ancorati sui fondelli adiacenti, causando il crollo. È probabile che il dissesto abbia avuto inizialmente una progressione lenta prima dell’epilogo di pochi giorni fa, con il brusco crollo finale. Probabilmente già nei giorni precedenti alcuni fondelli erano già caduti sul controsoffitto».
C’è anche un altro elemento. Che fa decisamente rabbrividire. «Lo sfondellamento ha riguardato complessivamente 8/9 pignatte per un’area di 0,9 metri: il peso di laterizio caduto è dell’ordine di circa 40 chilogrammi e ha determinato il crollo di circa 9 metri quadrati di controsoffitto a quadrotti». E se tutto quel materiale fosse finito sulla teste degli studenti? La risposta la lasciamo ai lettori.
Proseguiamo nella lettura della relazione. Già nel 1995, dicevamo, si verificò «un’analoga rottura sempre sulla stessa fila. In quell’occasione fu apportata una modifica al sistema di pendinatura sempre attraverso fili di ferro ma appesi con tassellini al travetto, leggermente inclinati per il disassamento». Domanda che ci poniamo noi: perché non si procedette con la stessa modifica su tutta la superficie del soffitto?
Nel corso delle verifiche tecniche sono stati monitorati tutti i solai, «mediante apertura dei controsoffitti e percussione dei fondelli con martellino o asta metallica proprio per saggiarne per via acustica l’integrità degli stessi valutando, nel caso di suono sordo alla percussione, il grado di dissesto».
Questo modus operandi ha consentito di scoprire che «ci sono molte aree di degrado: «oltre all’aula in oggetto, i soffitti dei locali lato est al primo piano e del salone che sono di tipo bitrave intonacati senza controsoffitto ma con sfondellamento incipiente. Al pianoterra, si rileva il degrado sempre per possibile sfondellamento sul soffitto della sala di ingresso e in alcune parti limitate ma un po’ di tutti i solai».
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