Gorizia, container per i profughi al San Giuseppe

GORIZIA Era diventato un limite invalicabile. Almeno così sembrava. Il Nazareno non avrebbe potuto ospitare più di 90 persone. Lo imponevano le stringenti normative anti-incendio, lo prevedeva l’Arcidiocesi.
Ma il freddo, che ora diventa il maggiore problema da affrontare, ha fatto sì che si allargasse la capienza della struttura. «Era necessario trovare una sistemazione coperta e abbiamo preso questa decisione, vista l’assenza di altri immobili a disposizione», spiega Antonino Gulletta, viceprefetto vicario di Gorizia. E così oggi “alloggiano” al Nazareno di Straccis 116 richiedenti asilo: 26 in più rispetto a quello che era il limite massimo imposto. E poi c’è la novità emersa ieri mattina alla messa domenicale di San Rocco. Don Ruggero Dipiazza ha parlato del San Giuseppe e dell’ormai prossima installazione al suo esterno, nell’ambito della proprietà privata, di container: un’iniziativa che sarà portata avanti dalla Caritas e da Medici senza frontiere. Dovrebbero arrivare a metà settimana.
L’inverno preoccupa
Già, il freddo... Con le temperature in picchiata diventa fondmentale individuare un tetto per tutte queste persone. Stando agli ultimi dati messi a disposizione dal Comune di Gorizia, attualmente ci sono in provincia di Gorizia 768 profughi: significa che l’effetto “benefico” del trasferimento di 160 persone a Bresso, in Lombardia, è già cessato. Del resto, in questo periodo arrivano in media 20 persone al giorno e tutte dalla Germania contro i due, massimo tre dei momenti più felici.
Il sindaco Ettore Romoli risfodera concetti a lui cari: «Numerosi profughi che avevano già raggiunto Austria e Germania (e che in questi Paesi avrebbero dovuto rimanere), per motivi a me del tutto sconosciuti (forse perché respinti oppure per loro libera scelta) sono entrati in Italia dal Brennero, sembra con il treno e, arrivati a Milano, sono stati poi “consigliati” di raggiungere Gorizia che, come ripeto da mesi e mesi, è al limite del collasso in quanto le strutture che sono state messe a disposizione ormai “traboccano” e non ce ne sono altre atte a garantire un’adeguata e dignitosa permanenza di queste persone», evidenzia il primo cittadino.
Concetti che trovano piena conferma nelle parole di Giovanni Sammito del sindacato di Polizia Siulp. «Stiamo assistendo a un cambiamento. I migranti, sino a qualche tempo fa, arrivavano qui a bordo di furgoni condotti da passeur: oggi giungono dall'Austria direttamente in treno. Peraltro, costa anche meno. I colleghi, di fronte a un centinaio di persone che arrivano ogni giorno, fanno i miracoli e tutto ciò a causa della macchinosità del sistema. Di questi 100, riescono ad occuparsi soltanto del 10%: il restante 90 passa senza essere nemmeno fotosegnalato».
I numeri del Comune
Dei 768 richiedenti asilo presenti nell’Isontino, 398 risultano essere alloggiati al Cara di Gradisca d’Isonzo. Hanno una sistemazione definita altre 143 persone: 116, come dicevamo, al Nazareno; 26 al dormitorio Faidutti di Piazzutta; uno in un’abitazione privata.
Poi, ci sono i 15 di San Canzian d’Isonzo; i 15 ospitati in strutture di proprietà privata a Cormòns e Brazzano; i 18 dislocati nell’ex casermetta dei carabinieri di Gabria, a Savogna d’Isonzo e i 16 che hanno trovato una sistemazione a Romans d’Isonzo. Sin qui, pochi problemi: a tutte queste persone l’inverno non può fare paura perché un tetto sopra la testa e un impianto di riscaldamento funzionante a disposizione ce l’hanno. Le preoccupazioni, semmai, sono per i 160 richiedenti asilo che, a Gorizia, risultano non essere coperti da una convenzione. In realtà, di questi 160, 142 sono ospitati negli spazi parrocchiali della Madonnina e nelle tre tende allestite all’esterno, vicino al campetto di basket. Pertanto, se la matematica non è un’opinione, risultano essere almeno 18 le persone che non hanno una sistemazione fissa e dormono, probabilmente, al Parco della Rimembranza o in riva all’Isonzo.
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