Gorizia, Campagnuzza si allarga: consegnati dall’Ater 54 alloggi in via del Carso
GORIZIA Da ieri il quartiere della Campagnuzza è più vivo, più popoloso. È cresciuto, verrebbe da dire. Già, perché ieri sono stati consegnati ufficialmente ai loro nuovi inquilini gli alloggi di edilizia popolare appena ultimati dall’Ater in via del Carso 13, dove in un passato piuttosto lontano c’erano il macello e la fabbrica del ghiaccio, ed in uno più recente solo tanto degrado.
Cinquantaquattro, per la precisione, sono gli appartamenti le cui chiavi sono arrivate nelle mani degli assegnatari, sui sessanta che in totale compongono le tre palazzine nuove di zecca. I rimanenti sei devono ancora essere assegnati, perché sono arrivate due rinunce e altri quattro alloggi sono invece destinati a persone con disabilità.
Sta di fatto che dopo la “maxi-consegna” di ieri le liste d’attesa dell’Ater a Gorizia sono scese a quota 320 domande, e sta anche in questi numeri l’importanza di una giornata che, come hanno sottolineato le autorità presenti al taglio del nastro, è stata a suo modo storica. Del resto il completamento del progetto del “Contratto di quartiere 2”, alla Campagnuzza, era atteso da ben oltre un decennio, ed ha un valore non secondario per Gorizia. Con un investimento da poco più di 16 milioni di euro ha portato alla realizzazione in via del Carso di un asilo (inaugurato negli scorsi anni), della nuova viabilità e degli alloggi consegnati ieri, nati su progetto dell’architetto Edi Olivo e costruiti dall’impresa Iti di Modena.
«Concludiamo così un intervento arrivato alla fine di un percorso lungo – ha detto il direttore dell’Ater di Gorizia, Alessandra Gargiulo –, durante il quale è stata fondamentale la collaborazione di tutti, dal Comune alla Regione, fino ad ognuno dei nostri uffici e alla ditta che ha portato avanti i lavori. Il mio augurio agli inquilini è di poter trovare qui una casa nel vero senso della parola, e non solo di abitare un appartamento, ma a loro rivolgo anche l’invito ad avere cura di questi alloggi, perché sono patrimonio di tutti».
Con Gargiulo a tagliare il nastro c’erano anche l’assessore regionale alle Infrastrutture e al territorio Graziano Pizzimenti, il consigliere regionale della Lega Antonio Calligaris, il vicario del vescovo don Armando Zorzin (che ha benedetto le strutture) e l’assessore comunale al Welfare Silvana Romano, per la quale il progetto di via del Carso ha un significato speciale: fu proprio sotto la gestione di suo marito Adriano Zamparo, allora presidente dell’Ater e poi prematuramente scomparso, che vennero gettate le basi, tra mille difficoltà, per ciò che c’è ora. «È un qualcosa che mi inorgoglisce – ha ammesso –. Adesso questo quartiere è più vivo, grazie a una riqualificazione profonda e partita dalla base». L’assessore regionale Pizzimenti – che peraltro ha a sua volta un’esperienza da direttore dell’Ater, a Udine – ha sottolineato l’eccezionalità di un intervento che riesce a rispondere in una sola volta a ben sessanta domande di alloggio, centrando più obiettivi: «Riqualificare un’area degradata, dare una casa a chi ne ha bisogno e rendere un quartiere più vivibile per tutti. La Regione continuerà ad essere presente con risorse importanti a favore dell’edilizia residenziale pubblica».
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