Gorizia, assalto ai parcometri: 12 su 39 sono fuori uso

Forzato più di un quarto dei dispositivi presenti in città e rubate le monetine dei parcheggi a pagamento. Comune in difficoltà: si fa strada l’ipotesi di prenderne alcuni a noleggio
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 13.05.2014 Parcometro via Diaz fuori uso Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 13.05.2014 Parcometro via Diaz fuori uso Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Rompere, scassinare, spaccare. Soltanto per il gusto di farlo o per intascare qualche misera monetina.

Devono essere questi gli “imperativi categorici” dei vandali che sono tornati prepotentemente in azione in città: in questo caso specifico si tratta di vandali/ladri.

Allarme

parcometri

Ad entrare nel loro mirino i parcometri, i dispositivi che distribuiscono i ticket per la sosta nelle zone blu previo inserimento delle monetine. Negli ultimi giorni ne sono stati scassinati a ripetizione: l’ultimo caso in via Oberdan. «Su 39 parcometri, 12 sono attualmente fuori uso: più di un quarto. Due riusciamo a ripararli mentre per gli altri dieci, che sono quelli più vecchi, abbiamo parecchi problemi», spiega Stefano Ceretta, assessore comunale alla Polizia municipale. Che aggiunge: «Alla fine, i danni sono stati superiori all’entità dei furti. Per poche monetine, questi personaggi sfasciano tutto, utilizzando il piede di porco senza alcuna pietà. E oggi, non lo nascondo, siamo in grande difficoltà perché con il nuovo bilancio che non è ancora operativo e con il Patto di stabilità che impone lacci e lacciuoli non possiamo nemmeno più effettuare le opportune manutenzioni».

«Stiamo ragionando su una soluzione “di fortuna”: ovvero noleggiare alcuni dispositivi in attesa di poter utilizzare i fondi per acquistare nuovi e più sicuri parcometri. Vedremo: nei prossimi giorni - spiega ancora l’assessore - prenderemo una decisione definitiva anche perché non possiamo continuare con più di un quarto di queste macchinette totalmente fuori uso». Secondo Ceretta, questi sono colpi “organizzati”. «Sì, ho la sensazione netta che non si tratti del colpo occasionale di una persona che passa di lì, approfitta del momento e colpisce. A mio parere c’è un’organizzazione dietro: colpiscono sistematicamente e senza alcun timore. Come detto, il più delle volte intascano poche monetine, fatta eccezione per via Oberdan dove sono riusciti a portare via attorno ai 200 euro». I dispositivi più “violabili” sono quelli più vecchi mentre i più nuovi sono molto più sicuri. Cercheremo di trovare soluzioni diverse per rendere sempre più difficile la vita a queste persone».

Danneggiamenti

senza fine

Dopo i furti nelle case (autentica piaga nell’Isontino), costituiscono il reato più diffuso nella nostra piccola provincia. Sono i danneggiamenti e gli atti vandalici che stanno crescendo a dismisura, anno dopo anno. Sembra che qualcuno non abbia modo migliore di passare il proprio tempo se non deturpando i muri della città con scritte e disegni, danneggiando le (ormai pochissime) cabine del telefono, prendendosela con estintori e impianti anti-incendio, lordando pavimentazioni e panchine con pennarelli indelebili e chi ne ha più ne metta. Se si vanno a consultare i dati statistici della Questura, si scopre che in un solo anno i danneggiamenti (che coprono tutte le tiplogie di atto vandalico) sono stati 641 in tutta la provincia, quasi due al giorno. La città di Gorizia è la "palestra" preferita perché si sono verificati qualcosa come 198 reati di questo tipo. A seguire c'è Monfalcone con 153. Ma le statistiche permettono di avere un quadro completo, contemplando i dati Comune per Comune. Al terzo posto di questa (poco esaltante) classifica si piazza Grado con 61 danneggiamenti: poi c'è Gradisca d'Isonzo con 53, seguita a ruota da Ronchi dei Legionari con 52. Riguardo alla città della Fortezza, la memoria non può che correre ai continui raid vandalici ai danni del PalaMacoratti. Ne abbiamo dato conto dell'ennesimo qualche settimana fa: fu il secondo in tre settimane, ma gli episodi di questo genere in via dei Campi sono ormai ben oltre la dozzina in pochi anni. E le società sportive ora dicono basta. «Si mettano in sicurezza gli impianti sportivi con sistemi d'allarme e videosorveglianza».

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