Gorizia, appeso nella Pinacoteca il ritratto di Ettore Romoli firmato da Antonio Querin

Il quadro è stato ricavato da una foto lavorata al computer, trasferita poi sulla tela. Rappresenta il volto e non è a mezzo busto
Ecco il ritratto di Ettore Romoli nella Pinacoteca dei sindaco
Ecco il ritratto di Ettore Romoli nella Pinacoteca dei sindaco

GORIZIA Quanto avrebbe gradito, Ettore Romoli, il suo ritratto che, da ieri (mercoledì 28 ottobre), è presente in municipio, nella galleria dei sindaci? Ovviamente, è una domanda destinata a non avere risposta (Romoli è mancato nel 2018), ma pare impossibile non porsela.

Il ritratto è stato ricavato da una foto lavorata al computer o, meglio, come ha detto l’autore Antonio Querin, «scarnificata», trasferita su una tela, quindi incorniciata. Quand’era sindaco, Romoli aveva già ricevuto in dono da Querin un’opera simile, di dimensioni più piccole, che lo raffigurava e aveva sempre sostenuto che per il suo ritratto da esporre in municipio «se proprio lo si doveva fare» gli sarebbe piaciuto replicare, in grande, la stessa foto, con identica tecnica.

È stato accontentato. Quindi, con tutta probabilità si può affermare che il nuovo ritratto otterrebbe la sua approvazione. Il lavoro è stato presentato ieri, in municipio, con la partecipazione di pochi: il sindaco Rodolfo Ziberna, gli assessori comunali, l’autore dell’opera e la figlia di Romoli, Francesca: le rigide normative anti-Covid hanno impedito una cerimonia vera e propria che, peraltro, avrebbe cozzato con lo stile sobrio, antiretorico dell’ex primo cittadino.

Del resto, lo stesso Romoli evitò a lungo di esprimere l’assenso al proprio ritratto che, appunto, alla fine è stato commissionato e si può ora ammirare accanto a quelli dei suoi predecessori come Vittorio Brancati, Gaetano Valenti, Erminio Tuzzi, Antonio Scarano, ma l’elenco potrebbe continuare a lungo, ripercorrendo la storia cittadina.

A differenza di quello di Brancati (realizzato da Giovanni Cavazzon), di Gaetano Valenti (firmato da Franco Dugo) e dei tanti altri, il ritratto di Romoli ha tuttavia delle tinte molto più essenziali, basato com’è sul bianco, sul nero, sul grigio.

Da questo punto di vista è certamente molto diverso da quello dei suoi predecessori. C’è poi un’altra particolarità: l’opera di Querin si ferma al volto di Romoli, mentre i ritratti dei molti altri sindaci raffigurano il loro busto e, spesso, presentano pure altri elementi: un tavolo da lavoro, un paesaggio sullo sfondo, qualche ulteriore richiamo alle loro attività di primi cittadini; per esempio, nel ritratto di Erminio Tuzzi viene richiamata la visita di Giovanni Paolo II in città e in quello di Brancati la stazione della Transalpina. Quanto alla foto scelta da Antonio Querin, è, la più nota dell’ex primo cittadino: quella connotata da un sorriso intelligente e sornione che utilizzava spesso, anche nelle campagne elettorali. Ora saranno i goriziani a giudicare. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo