Gorizia, aperto il cantiere della centrale a biomasse

Lavori in via Trieste che porteranno alla realizzazione del primo impianto Il titolare della Rail Services: «Basta polemiche, non giovano a nessuno»

Enrico Roitz è stato di parola. Aveva detto che prima si sarebbe sposato, poi avrebbe aperto il cantiere della prima delle due centrali a biomasse. Così è stato. Da alcuni giorni, sono iniziati i lavori in via Trieste, sotto il cavalcavia, accanto all’ex concessionaria di automobili “Svag” che, per un periodo, ospitò in un’ala un centinaio di richiedenti-asilo.

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Bumbaca Gorizia 30.05.2015 Corteo NO centrale biomasse Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Si tratta dell’area dove sorge la nostra vecchia sede. Lì - spiega l’imprenditore goriziano - verrà realizzato l’impianto di trattamento dei rifiuti di alluminio. E dietro, staccata da questa struttura, sorgerà la centrale a biomasse».

La tempistica? «In pochi mesi gli impianti saranno pronti. Entro l’anno? Penso proprio di sì. Mi auguro che le polemiche, ora, cessino. Non le comprendo perché abbiamo dimostrato in tutte le maniere che problemi di inquinamento non ci saranno. Queste prese di posizione a vantaggio di chi vanno? Cui prodest?».

Bumbaca Gorizia 25.04.2017 Lavori centrale a biomasse © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 25.04.2017 Lavori centrale a biomasse © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Risvolti occupazionali. Il titolare della Rail Services ricorda anche che ci saranno dei risvolti occupazionali, in una città che non offre grandi occasioni. «Quanti posti di lavoro metteremo a disposizione? In questo momento, preferisco rimanere abbottonato. Dico soltanto che la nostra iniziativa imprenditoriale avrà un certo impatto».

Ma perché è passato così tanto tempo da far perdere di vista il progetto? Roitz lo spiegò già nel febbraio scorso. «La parolina magica è “burocrazia”. Ricordo a tutti che siamo in Italia. L’ultimo pezzo di carta - ricordò in quell’occasione - è arrivato il 29 dicembre scorso e senza quello non potevamo fare nulla. Ora, ci siamo», annotò l’imprenditore.

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Bumbaca Gorizia 30.05.2015 Corteo NO centrale biomasse Fotografia di Pierluigi Bumbaca

E dell’altra centrale a biomasse, quella che dovrebbe sorgere in prossimità della linea ferroviaria, che ne sarà? Anche in questo caso, Roitz rispose già nel febbraio scorso, rilanciando - di fatto - anche quel progetto. «Realizzeremo pure quella. Ma senza alcuna fretta. Ci prendiamo più tempo e vediamo come funziona la prima per rendere ancora più efficace e moderna la seconda».

Roitz ribadì che non ci saranno conseguenze di alcun tipo per la popolazione. «Tali impianti non sono pericolosi per la salute. La centrale rispetterà i canoni previsti dalle legge. A questo punto, per contestarci, bisognebbe mettere in dubbio anche i limiti di legge, visto che le nostre emissioni sono largamente inferiori. Da parte nostra non abbiamo mai raccolto alcuna provocazione, né ribattuto alle incredibili falsità fatte apparire sulla stampa, proprio perché ci siamo resi conto da subito della loro strumentalità».

Il Comitato non molla. Nel frattempo, il Comitato NoBiomasse ha fatto una segnalazione alla Procura della Repubblica che si oppone alla realizzazione delle centrali di via Trieste e di quella che nascerà, in un secondo momento, a ridosso della linea ferroviaria.

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«Rivolgendosi alla Procura della Repubblica, il comitato - ha spiegato di recente la portavoce Martina Luciani - ha segnalato che la società Rail Service, da agosto 2014, appartiene per il 99,6 % ad un trust e non è dato di sapere a chi sia riconducibile. Questo tipo di meccanismo costituisce un problema di trasparenza nei rapporti tra investitori privati e pubbliche amministrazioni sul quale Consiglio dei Ministri è recentemente intervenuto, prevedendo l’istituzione del “Registro dei titolari effettivi di persone giuridiche e trust”, in attuazione della direttiva europea in materia di antiriciclaggio».

«Lo stesso Consiglio comunale si era posto il problema di chi fosse l’investitore effettivo, in particolare quando si valutava l’entità del finanziamento privato per l’intero progetto industriale, quantificato secondo le notizie stampa in 12 milioni di euro per i 3 impianti previsti tra i quartieri di Sant’Anna, Sant’Andrea e Campagnuzza».

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