Gorisia e Mofalcon, in arrivo i cartelli in “lingua” bisiaca

Con voto unanime il Consiglio provinciale ha elevato il dialetto del Monfalconese e il gradese a “idioma storico”. Mal di pancia di sloveni e leghisti filo-friulani
Di Tiziana Carpinelli
Bonaventura Monfalcone-03.05.2012 Fotomontaggio cartelli in bisiaco-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-03.05.2012 Fotomontaggio cartelli in bisiaco-foto di Katia Bonaventura

All’ultima assise del Consiglio provinciale è diventato ufficiale: bisiaco e gradese hanno fatto carriera. Con voto all’unanimità, l’assemblea ha infatti nobilitato i due dialetti elevandoli al rango di “idioma storico”, così prefigurando la possibilità di vedere, prima o poi, un riconoscimento formale di queste parlate anche sulla cartellonistica stradale. Insomma, pur se non si tratta ancora di vere e proprie “lingue”, come il friulano o lo sloveno, bisiaco e gradese hanno ricevuto una promozione sul campo. E, almeno a sentire quello che è stato il papà della storica decisione, cioè il consigliere Pd, Fabio Del Bello, da ciò seguirà «lo studio di una cartellonistica appropriata, che rientri nei dettami della legge». Insomma, potrebbe non essere più un sogno valicare il casello del Lisert e, all’approdo nella città dei cantieri, leggere la scritta “Mofalcon”, quindi proseguire sulla strada che conduce a Bistrigna e leggere “Staransan”, per concludere infine il viaggio all’Isola d’oro davanti all’insegna “Gravo”. Il Consiglio provinciale ha deliberato una riforma statutaria nella quale il bisiaco (assieme al gradese, all’istroveneto, al veneto goriziano e alla koiné giuliana) viene dichiarato appunto “idioma storico”, un termine che sostituisce quello tradizionale di “dialetto” a seguito di un emendamento presentato dal monfalconese Del Bello. Un’operazione non semplice da portare a termine, che ha tenuto impegnata l’assise per tre ore, complici le resistenze di alcuni rappresentanti della componente sloveno-goriziana e leghista-friulanista, preoccupati per un possibile taglio delle risorse assegnate invece allo sloveno e al friulano, i quali però al termine delle discussioni hanno capitolato, votando a favore. Si è registrato, in particolare durante la riunione dei capigruppo, il tentativo da parte di alcuni consiglieri (in primis Vesna Tomsic e Franco Zotti) di bocciare tale emendamento e di annacquare la valorizzazione del Bisiaco e del Gradese. Perplessità sono giunte anche da parte dei consiglieri Andrea Ferletic e Dario Obizzi, ma alla fine Del Bello ha centrato l’obiettivo: «Non si sogni la Regione di impugnare la delibera: cos’ha in più il friulano rispetto al bisiaco? Nulla. È ora di far valere il peso di queste componenti. Adesso i due dialetti hanno ottenuto un riconoscimento culturale, morale e politico».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo