«Golfo di Pirano, no all’arbitrato ma dialogo a due»
ZAGABRIA. Oramai la diatriba tra Slovenia e Croazia sulla definizione dei confini terrestri e marittimi (leggi Golfo di Pirano) tra i due Paesi sta sempre più assomigliando a una sorta di telenovela.
Se sull’argomento c’è in atto il lavoro della Corte arbitrale dell’Aja che dovrebbe emanare la sua sentenza entro la prossima primavera, sentenza che, in base al diritto internazionale sancito anche dalle Nazioni Unite, è assolutamente inappellabile, dall’altra parte da rilevare resta l’assoluta contrarietà della Croazia di accettare qualsivoglia sentenza in quanto tutto il procedimento sarebbe da invalidare a seguito delle fuga di notizie attuata dalla Slovenia relativamente alla sentenza del Tribunale.
Fuga che Lubiana non ha negato dopo la trasmissione a Zagabria di alcuni dialoghi assolutamente espliciti sul tema fatti arrivare, si vocifera, dagli 007 tedeschi.
Ma la Croazia non se ne sta a guardare. Il ministro degli Esteri del nuovo governo croato, Ivo Stier fa una importante apertura alla Slovenia dicendosi pronto ad affrontare una nuova mediazione per risolvere il contenzioso tra i due Paesi, opportunità questa sollecitata dallo stesso Tribunale arbitrale dell’Aja alla viglia della scrittura della sentenza sul caso.
Tutto nasce dalla domanda posta al ministro dal quotidiano di Zagabria Vecerni List relativamente al controllo della Croazia dei propri confini successivamente al posizionamento della Slovenia del filo spinato anti-rifugiati.
«Mi dispiace - ha affermato il capo della diplomazia della Croazia - che la Slovenia abbia violato l’accordo arbitrale, compromettendo di fatto le soluzioni che ne sarebbero derivate, al punto che il Sabor (Parlamento) ha deciso che Zagabria non ritiene più di alcun valore le decisioni della Corte arbitrale».
«Questa decisione - ha concluso Stier - è quella che ha il consenso dalla Croazia e non sarà assolutamente modificata». Il ministro croato ha altresì accusato il suo “collega” sloveno Karl Erjavec di aver in qualche modo violato l’accordo arbitrale con dichiarazioni che lasciano poco adito alla provocazione.
Stier non molla è va giù pesante: «Il Parlamento sloveno ha approvato la decione in base alla quale non sarà rispettata la sentenza della Corte internazionale arbitrale, se non sarà quella che si pensa».
«E da qui- ha puntualizzato Stier - è partita la totale contaminazione del procersso da parte della Slovenia». Eppure, ha precisato il responsabile della diplomazia di Zagabria, il rapporto tra i due Paesi (Slovenia e Croazia) è assolutamente impeccabile.
Stier ha ricordato come Lubiana abbia favorito l’ingresso della Croazia nell’Unione europea (salvo la questione dei confini ndr.) e di come tra le due nazioni non ci sia mai stato alcun confronto armato. «Questa è un’enorme ricchezza - ha confermato Stier - che la politica non deve contaminare».
Il ministro degli Esteri croato ha gettato anche acqua sul fuoco della polemica alimentata dal suo omologo sloveno, Karl Erjavec, il quale ha affermato che, in caso di mancato riconoscmento del verdetto arbitrale da parte di Zagabria, i confini con la Slovenia sarebbero diventati in qualche modo più difficili da attarversare da o verso la Croazia. Ma intanto Lubiana tace.
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