Golfo di Pirano, l’Aja rilancia sui confini

La Corte arbitrale offre un’ultima possibilità di accordo sloveno-croato. Ma Zagabria continua a disconoscere la procedura
I vessilli nazionali di Croazia e Slovenia
I vessilli nazionali di Croazia e Slovenia

LUBIANA. Ancora una possibilità. La Corte internazionale dell’Aja, che dovrà emanare la sentenza relativamente al contenzioso tra Slovenia e Croazia sui confini marittimi (leggi golfo di Pirano) e terrestri, ha deciso di lasciare ancora una chance di accordo tra le parti.

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Una veduta aerea di Pirano

Difficile interpretare questa decisione della Corte visto che anche il nuovo governo croato targato Hdz-Most e guidato dal premier Plenkovic ha chiaramente affermato che per Zagabria l’arbitrato non ha più alcun valore dopo la fuga di notizie da parte slovena del presunto verdetto della Corte stessa, fuga di notizie tra l’allora rappresentante sloveno all’Aja, Jernej Sekolc e l’agente slovena Simona Drenik, il cui colloquio al cellulare sarebbe stato intercettato dagli 007 tedeschi che poi avrebbero girato la spiata alla Croazia.

Come prevedibile Zagabria ha rimandato al mittente, ossia alla Corte dell’Aja, la richiesta di un possibile accordo bilaterale con Lubiana sui confini, mentre la Slovenia, secondo fonti che hanno chiesto l’anonimato, ha risposto di aver presentato il proprio punto di vista nel rapporto datato 2014, ma aggiunge di essere disposta a una ulteriore mediazione con la Croazia se la Corte ritiene la stessa necessaria.

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Il goffo di Pirano, conteso tra Slovenia e Croazia

Alcuni osservatori sostengono che la richiesta della Corte internazionale dell’Aja di un estremo tentativo di accordo bilaterale sui confini tra Slovenia e Croazia come la naturale conseguenza della Corte stessa di continuare nel suo lavoro nonostante l’affare di “spionaggio” della parte slovena ai danni dell’Aja.

Altri, invece, vedono nella mossa della Corte la volontà di concedere l’ultima possibilità alla Croazia di rientrare nel processo arbitrale, ma lo “sforzo” è stato immediatamente cassato dall’esecutivo Plenkovic che ha ribadito come per Zagabria il processo arbitrale dopo l’affare di spionaggio non ha più alcun valore.

Sulla questione aperta dalla Corte dell’Aja non c’è alcun commento da parte del ministro degli Esteri della Slovenia, Karl Erjavec. La questione che aveva trovato una soluzione nell’accordo Drnovšek-Racan è fallita perché il Parlamento croato non lo ha ratificato.

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Una veduta aerea del golfo di Pirano

In base a tale soluzione due terzi del golfo di Pirano (la parte più importante dell’intero contenzioso) andava alla Slovenia, il resto alla Croazia a ridosso della penisola di Salvore. Soluzione che, secondo la fuga di notizie denunciata da Zagabria, costituirebbe il nucleo centrale della sentenza, peraltro mai emanata, della Corte internazionale sull’arbitrato.

Sta di fatto che la Slovenia ora insiste sul fatto che ai tempi della Jugoslavia era lei ad avere il controllo dell’intero golfo di Pirano, mentre la Croazia adesso reclama di avere la metà dello stesso. In gioco c’è l’accesso diretto della Slovenia alle acque internazionali.

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