Godina, “fuori tutto” finale: via anche gli oggetti usati per le vetrine

Qualcuno piangeva, altri hanno portato piccoli regali alle commesse che per decenni li hanno seguiti e aiutati negli acquisti. Per tutto il giorno ieri da Godina è stato un via vai di persone, finanche di famiglie al completo, arrivate in negozio non per acquistare uno dei pochi capi di abbigliamento rimasti ancora in vendita, ma per abbracciare con le lacrime agli occhi i titolari e il personale.
«Per 42 anni mi sono sempre vestita da Godina, da capo a piedi, trovando una gentilezza e una serietà che poche volte ho riscontrato altrove», ammette Luciana Osana. «Per me commesse come Nevia, Elena o Cristina sono diventate negli anni delle amiche - aggiunge - se ne va un pezzo di Trieste». Girare ieri tra quegli scaffali vuoti, tra gli arredi smontati, le grucce e i manichini spogli infondeva tristezza. E da oggi, quando le porte d'accesso al negozio saranno sbarrate, la realtà diventerà ancora più cruda.
«Venivo da Godina già con i miei genitori - racconta Tiziana Pagliari - e qui, nello stesso negozio, ho acquistato le prime scarpe con il tacco per mia figlia e il suo primo vestito da cerimonia. Vedere questi spazi vuoti infonde un profondo senso di sconforto. Qui - continua - sapevo di poter trovare tutto».
Il reparto uomo nelle scorse settimane è stato il primo a essere svuotato, preso d’assalto da chi cercava qualche capo d'abbigliamento a prezzo super scontato. A resistere fino all’ultimo senza essere svenduti sono stati invece i vestiti da sposa: abiti del valore di mercato fino a tremila euro che ieri però si potevano portare a casa sborsandone meno di 800. Nelle ultime settimane i Godina, nella galleria alla quale si accedeva da via del Coroneo, quella dedicata in precedenza al reparto uomo, avevano sistemato in vendita anche tutti gli addobbi natalizi con u quali negli anni avevano abbellito il negozio. Come pure arredi e oggetti serviti per allestire le vetrine. E anche questi articoli sono andati a ruba.
Ieri i vecchi clienti passavano in rassegna l'intero negozio, ricordando i reparti, le commesse che negli anni ci hanno lavorato o i grandi acquisti fatti. «Qui nove anni fa ho acquistato l'abito di nozze di mia figlia - ricorda Anna Papagno - abbiamo passato ore io, lei e mio marito a misurare vestiti di forme e tonalità diverse». «Sono venuta a salutare le ragazze, - racconta Enrica Virgilio - ogni anno per Natale alle mie commesse preferite portavo i pasticcini fatti da me. Qui mi sentivo come a casa senza tener conto che in momenti difficili della mia vita mi hanno fatto anche credito per comperare il cappotto a mio figlio. Queste cose non si dimenticano. E ora che ne sarà di questo negozio?» La famiglia Godina ha affidato alla Cbre srl il compito di trovare realtà interessate ad insediarsi in quegli spazi. Ma ad oggi non ci sono novità. E per Godina si spengono i riflettori.
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