Gli Usa smantellano la base aerea di Aviano

Per il "Wall Street Journal" il Pentagono intende spostare gli F-16 in Polonia. A giorni l'annuncio di Obama

TRIESTE Gli Stati Uniti si apprestano a smantellare le strutture della loro forza aerea, la Us Air Force, ad Aviano in provincia di Pordenone, dove sono ospitate dal 1954, e spostare le due squadriglie di cacciabombardieri F-16 del 31.o Gruppo di combattimento in Polonia. È quanto riporta il "Wall Street Journal", secondo cui l'annuncio ufficiale sarà dato dallo stesso Barack Obama che visiterà nei prossimi giorni Varsavia. Si tratta di una mossa che non mancherà di irritare la Russia, da sempre molto sensibile alla presenza di sistemi d'arma statunitensi e della Nato vicino ai suoi confini. Basta ricordare l'ostilità con cui Mosca accolse il vecchio progetto di Scudo anti-missile dell'amministrazione Bush che prevedeva di installare una batteria di 10 missili intercettori in Polonia. Un progetto poi lentamente accantonato dall'amministrazione di Barack Obama nonostante le pressioni di certa parte delle alte sfere militari "a stelle e strisce", anche se non completamente cancellato.

L'ennesima riorganizzazione delle basi Usa all'estero, in chiave riduttiva e di economie di scala, era stata annunciata mesi fa dal Pentagono ma ancora non si conoscono i particolari della decisione che riguarda Aviano, né i motivi. La completa disponibilità a cooperare con il "grande alleato" d'Oltreoceano manifestata con costanza da Varsavia, anche in chiave anti-Russia, nell'ultimo decennio certo non è estranea. Ma non basta, anche sommando gli spazi fisici più ampi e un'opinione pubblica meno sensibile alla presenza militare sul territorio di quella italiana, a giustificare un trasferimento costoso e strategicamente delicato da una base tuttora altamente operativa, da dove sono partiti anche velivoli per la missione anti-Gheddafi. Almeno nella sua prima fase, fino a quando astutamente Washington ha lasciato la "patata bollente" ai partner dell'Alleanza altlantica.

In ogni caso, se confermato, l'addio dell'Air Force ad Aviano segnerebbe una svolta storica: da sempre l'aeroporto, seppure cogestito con gli italiani, nell'immaginario collettivo "è" l'America, e non solo quella militare, un suo simbolo non solo con i jet che decollano e atterrano ma anche i suoi uomini in uniforme e in abiti civili che vivono e si muovono attorno alla struttura contribuendo all'economia locale, le loro vetture "made in Usa" (a dire il vero sempre più rare e piccole, come imposto dalla crisi internazionale) dalle targhe particolari che nei week-end si spingono in tutta la regione, fino a Trieste. Ma soprattutto quella di Aviano rimane la base di tutte le guerre e operazioni particolari condotte dagli States dalla fine dei Cinquanta. L'associazione mentale, fino a "Desert Storme" o alle guerre di Bosnia-Erzegovina e Kosovo, è automatica. Lo sarà per lungo tempo anche dopo l'ultimo decollo degli F-16 americani.
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