Gli “uomini-ragno” triestini salgono in vetta a Monfalcone

Tre dipendenti della Fly Service si sono calati dal camino della centrale A2A, a 150 metri d’altezza, per una serie di lavori di manutenzione a strapiombo
Bonaventura Monfalcone-25.03.2019 Lavori in corso-ciminiera-A2A-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-25.03.2019 Lavori in corso-ciminiera-A2A-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura



Non capita certo tutti i giorni veder “penzolare” degli scalatori dal camino della centrale termoelettrica di Monfalcone mentre si calano da 150 metri di altezza. Ad alzare lo sguardo quegli specialisti ancorati sulla parete a picco sembravano minuscoli uomini-ragno. Un effetto spettacolare, loro a godersi comunque un panorama suggestivo, i monfalconesi rapiti dalle operazioni in corso con la sensazione di assistere a una performance acrobatica. L’ultima calata dalla ciminiera bianco-rossa risale a vent’anni fa. Manutenzione straordinaria, affidata da A2A Energiefuture alla Fly Service, specializzata in lavori in quota. Un’ispezione open air, consistita nella demolizione e ricostruzione di intonaci e malte per evidenti motivi di sicurezza evitandone lo sgretolamento.

Nell’impresa si sono cimentati tre triestini dipendenti della Fly Service, Andrea Kozman, Manuel Coretti ed Edoardo Groppazzi. Nell’arco di due settimane hanno “ripulito” il camino riempiendo tredici sacchi di materiale da 25 chili ciascuno, ossia 3,25 quintali. Del resto tra discese esterne e relative risalite interne ne hanno dovute fare una sessantina, trenta a testa, lavorando sempre in coppia, un collega invece a turnazione a supervisionare la situazione da terra, alla base del camino, opportunamente recintata. Calate e risalite a coprire i 16 metri di diametro dell’imponente colonna che svetta dal rione Enel della città.

Ma a loro non suscita alcun timore: «Abbiamo lavorato per altre centrali a carbone, come quella di Porto Tolle, il camino alto 260 metri», racconta Andrea definendosi il veterano tra i suoi colleghi, considerato che in oltre dieci anni di attività ne ha affrontati di “parapendii” di cemento. «Abbiamo anche lavorato alle paratoie del nuovo canale di Panama», i sedici maxi-cancelli realizzati dalla Cimolai, aggiunge Andrea per dare la misura della peculiarità della loro professione. Operano inoltre all’interno degli impianti, provvedendo a rimuovere i cumuli di carbone nelle caldaie.

Un’attività dunque di cesello appesi nel vuoto da potenti corde in grado di sostenere un peso fino a 1.300 chili, quelle utilizzate in grotta. Imbragati e attrezzati. Insomma, veri e propri speleologi del cemento. Ma come si destreggiano attorno al camino della centrale? «Andiamo su con un ascensore interno, in 4-5 minuti arriviamo in cima - racconta Andrea -. Poi ci caliamo lentamente, ancorandoci con dei tasselli sul cemento. Abbiamo la corda puntellata per scendere e un’altra di sicurezza. Oltre alle attrezzature appese sugli imbraghi, utilizziamo i secchi per raccogliere gli intonaci e le malte rimosse. Abbiamo anche la macchina fotografica, da quelle altezze vale la pena scattare dei fotogrammi. Il materiale tende evidentemente a staccarsi maggiormente sul lato del camino verso il mare».

I secchi riempiti vengono passati all’interno del camino, nei punti dove si aprono le finestrelle, diversamente vengono portati a terra per poi risalire in ascensore. Ora hanno ultimato la pulizia, tenendo conto delle giornate adeguate, niente vento, né pioggia. A questo punto manca il “maquillage”, le pitturazioni delle fasce bianche e rosse laddove sono stati demoliti gli intonaci incerti. Condizioni meteo permettendo ci vorrà anche qualche giorno per completare l’intervento.—



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