Gli stipendi dei Capi di Stato, a Vučić mille euro al mese

Il serbo in coda alla classifica dei presidenti. Al primo posto lo sloveno Pahor. Ma in Bosnia e Kosovo cifre da “Casta”: emolumenti pari a otto volte i salari medi

BELGRADO La “Casta”, sebbene con le dovute proporzioni, non è una prerogativa della sola Italia. Prolifera anche nei vicini Balcani, in particolare in Bosnia e soprattutto in Kosovo, Paesi dove si sbarca il lunario con poco più di 400 euro al mese mentre i presidenti dei rispettivi Paesi possono godersi emolumenti ben più sostanziosi, fino a otto volte la media nazionale. Ma ci sono nell’area anche nazioni dove un presidente guadagna mille euro al mese.

Sono le cifre circolate in questi giorni sui media balcanici, che hanno rivelato quanto incassano ogni mese i capi di Stato dei Paesi nati dal collasso dell’ex Jugoslavia e in Albania. A guidare la classifica c’è il presidente del Paese economicamente più progredito nella regione, la Slovenia, dove chi siede sulla poltrona di presidente, ovvero Borut Pahor, percepisce 3.322 euro netti, ha scritto il quotidiano montenegrino Pobjeda. Cifre che di certo non hanno indignato gli sloveni: si parla di poco più di tre volte il salario medio nel Paese Ue, pari a 1.073 euro netti al mese.

Qualche disparità in più si trova arrivando a Zagabria, dove la presidentessa Kolinda Grabar-Kitarović si porta a casa poco più di 3.200 euro netti al mese: non molto rispetto agli omologhi Ue, ma molto di più – tre volte e mezza – del salario del croato medio, fermo a 838 euro al mese.

Non si sa invece di preciso quanto percepisce il montenegrino Milo Djukanovic, anche se il giornale Pobjeda ha stimato in 2.420 euro il suo stipendio, quasi cinque volte la media nazionale.

Ma la vera “Casta” prospera soprattutto in altri due Paesi della regione, non a caso quelli che soffrono di più per problemi politici e per quelli endemici di disoccupazione, in economie deboli e asfittiche. È il caso, ad esempio, delle ambite poltrone della presidenza tripartita in Bosnia, quelle dei membri serbo, croato e bosgnacco della presidenza, agognate anche per i guadagni. Secondo quanto ha svelato Pobjeda, gli attuali membri della presidenza guadagnano infatti circa sette volte il salario medio nazionale, con una media mensile di 3.091 euro.

In Bosnia gli ultimi dati disponibili, quelli di marzo, parlavano di stipendi medi a 435 euro. Differenze che hanno fatto crescere qualche polemica sul web, con alcuni che hanno suggerito di retribuirli con «lo stipendio medio dell’operaio, per vedere quanto amano la Bosnia», altri si sono lamentati degli «scarsi risultati» di politici così ben pagati, mentre «il popolo ha fame». E a colpire è anche il Kosovo, nazione giovane dalle tante difficoltà economiche, dove il presidente Hashim Thaci mette in portafoglio 2.873 euro al mese, otto volte lo stipendio medio.

Tra i presidenti più “modesti” nelle entrate, invece, il serbo Aleksandar Vučić, con 1.083 euro, quando il serbo medio ha uno stipendio netto che, a maggio, è cresciuto fino a 426 euro. Ma anche il macedone Gjorge Ivanov (1.250 euro) e l’albanese Ilir Meta (1.425) rientrano tra i più "poveri", con compensi comunque tre volte maggiori della media.

I balcanici possono comunque consolarsi: secondo una ricerca dell’Ig Group, “Pay Check – Quanto guadagnano i leader mondiali” - ci sono Paesi dove le cose vanno peggio. Come gli Usa, dove Trump intasca dieci volte lo stipendio medio; l’Austria (nove volte di più); la Svizzera (sei). O la Danimarca, dove la regina Margrethe II accumula in prebende 253 volte il Pil annuo pro capite. —

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