Gli “scansionati” di Trieste salvano volumi antichi dall’oblio

Una squadra di sei giovani laureati porta avanti il “Progetto digitale” di UniTs. Passano le loro giornate in biblioteche e archivi per scannerizzare vecchi libri

L'altra notizia. A Trieste una task force per salvare i libri dall'oblio

TRIESTE Si aggirano per archivi e biblioteche cittadine alla ricerca di testi antichi da salvare dall’oblio e da restituire, digitalizzati, a studiosi e lettori appassionati di storia locale. Poiché la maggior parte della loro giornata si svolge davanti a uno scanner hanno deciso di chiamarsi “Gli scansionati”, e per raccontare le loro imprese hanno dato vita a una pagina Facebook con questo nome. Sono sei ragazze e ragazzi dell’Università di Trieste, hanno dai 25 ai 28 anni e sono stati selezionati tra una trentina di candidati per dare vita al “Progetto digitale”, istituito da UniTs come bando per il Servizio Civile Nazionale.

Provengono da varie parti d’Italia: ci sono i triestini Angela Laera, laureata in Comunicazione, e Diego Salvador, laureato in Archeologia, c’è la muggesana Francesca Barrella, anche lei archeologa, la bellunese Caterina Della Giustina, laureata in Storia, il romano Jacopo Sepe, laureato in Tecniche della Prevenzione nell'ambiente e nel luogo di lavoro e Beatrice Baraldi, nata a Bollate e laureata in Lettere moderne. Dallo scorso ottobre gli “scansionati” si danno daffare per 30 ore a settimana, operando a monte una selezione dei testi su cui lavorare. La digitalizzazione al momento si concentra su volumi di storia locale, del Friuli Venezia Giulia e dell’area istriano-dalmata, custoditi in tre biblioteche cittadine: oltre alla biblioteca Generale di Ateneo anche quella dell'Itis Volta e l'Archivio Scrittori e della Cultura Regionale di via Economo.

«Per selezionare i testi da digitalizzare, oltre all’attinenza con il tema, dobbiamo anche verificare che siano liberi da copyright», spiega Caterina. Una volta compiute le verifiche del caso i ragazzi vanno a prelevare i testi selezionati in biblioteca per poi portarli nel loro ufficio di via Weiss 21, dove procedono alla digitalizzazione con lo “scanner planetario”, uno strumento che consente di effettuare circa 30 scansioni al minuto con un’invidiabile qualità dell’immagine.

Le scansioni ottenute vengono poi migliorate con un lavoro di editing su Photoshop, che consente di “sbiancare” i libri dalla patina del tempo. Una volta ottenuto un buon pdf del libro la copia digitale viene catalogata e inserita nella sezione di storia locale dell’archivio a consultazione libera OpenstarTs, per essere fruita da tutti. Lo scopo di questo lavoro, sottolinea Angela, è di promuovere la riscoperta del vasto patrimonio culturale delle biblioteche della città:

«Grazie a quest’attività abbiamo per esempio scoperto la grande quantità di volumi contenuti nella biblioteca del Volta, che è stata inserita di recente nell’archivio di Biblioest, il catalogo on line delle biblioteche del FVG», racconta Francesca. «Ci siamo imbattuti in molti testi interessanti e ricchi di curiosità: nella nostra pagina Fb postiamo estratti di quelli che ci hanno maggiormente colpito», evidenzia Jacopo. Qualche esempio? «Ci sono libri sulla prima Guerra Mondiale che raccolgono anche gli inni d’epoca, con tanto di spartito che consente di cantarli - spiega Angela -. C’è un volume, che ci è capitato di recente tra le mani, che spiega nel dettaglio come si costruivano i fuochi d’artificio alla fine del 1800.

E un altro ancora, del 1929 a firma Giulio Morpurgo, che svela l’enigma dei portici Chiozza, punto di ritrovo per molti studenti, narrando la vita e le opere del chimico triestino, Luigi Chiozza, da cui prendono nome». A oggi gli “scansionati” hanno già digitalizzato 207 libri e hanno in programma di arrivare a circa mille entro la fine del progetto, che ha durata annuale. Il libro più antico su cui hanno lavorato finora è un testo di medicina del 1560: «Anatomia del corpo humano composta per m. Giouan Valuerde di Hamusco, & da luy con molte figure di rame, et eruditi discorsi in luce mandata". Il più recente è l' "Annuario dell'Istituto tecnico nautico Tomaso di Savoia duca di Genova”, datato 1974-76. I testi sono per lo più in italiano, ma gli Scansionati si sono imbattuti anche in testi in tedesco, francese, inglese, latino e perfino in rumeno.
 

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