Gli punta la pistola alla fronte e lo rapina

Il colpo ieri alle 5.40 al bar “Un attimo”. L’esercente sotto la minaccia dell’arma ha consegnato l’incasso di 7mila euro
Bumbaca Gorizia 09.07.2012 Bar Un Attimo - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 09.07.2012 Bar Un Attimo - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Dammi subito tutto». Tre parole, pronunciate con fredda determinazione. E, soprattutto, la pistola puntata all’altezza della fronte di Umberto Castaldo, contitolare del bar ‘’Un attimo’’ di via San Michele. Che, sotto la minaccia dell’arma, si è visto costretto a consegnare la borsa con all’interno quasi 7mila euro, l’incasso degli ultimi cinque giorni di lavoro. È successo ieri mattina, nell’apparentemente silenziosa tranquillità che soltanto i minuti più prossimi all’alba sanno regalare. Erano le 5.40: Umberto, che assieme al socio Luigi Larenza gestisce il bar di fronte alla sede della comunità Arcobaleno, era appena arrivato nel locale, pronto a dedicarsi alle piccole faccende che normalmente anticipano l’apertura. All’improvviso, il rombo sordo di una motocicletta: «Sulle prime non ci ho dato troppo peso, convinto che fosse un cliente che, come spesso accade, entra per comprare le sigarette senza neppure spegnere la moto», racconta Umberto con lo sguardo fisso nel vuoto, come in un inconscio tentativo di fissare per sempre nella mente quei drammatici momenti. A varcare la porta del bar è invece un uomo di corporatura robusta, alto circa un metro e ottanta: ai piedi un paio di scarpe da basket, con un pantalone corto sotto il giubbottone da motociclista. E, a occultare il viso, un casco integrale nero, con un paio di occhiali avvolgenti, di quelli che normalmente vengono utilizzati dai ciclisti. Senza esitazioni, ha puntato la pistola (forse un’arma semiautomatica) contro la faccia del titolare, apostrofato con quell’asettico «Dammi subito tutto», pronunciato in un italiano perfetto, con leggera inflessione triestina. «Ero al banco dei giornali, ho aperto la cassa per fargli vedere che non c’erano che pochi spiccioli – riprende Umberto, che racconta la terribile avventura sotto lo sguardo ancora sconvolto dei genitori, subito accorsi nel locale -. Lui ha agitato l’indice della mano sinistra, come dire ‘’No, no’’, indicando la borsa dei valori che stava sul banco». Il ragazzo, che con l’amico Luigi ha rilevato la gestione del bar appena lo scorso gennaio, non ha avuto scelta: ricevuta la borsa contenente il denaro, il malvivente ne ha rapidamente verificato il contenuto, prima di precipitarsi all’esterno della struttura, dove ad attenderlo – a bordo di una moto di tipo Enduro, con la livrea azzurra e bianca – c’era un complice, pronto a percorrere a tutta velocità via del San Michele, scappando in direzione del centro città. Considerate le modalità d’azione e la fredda sicurezza nel puntare alla borsa che conteneva gli incassi, è probabile che i due rapinatori stessero studiando da tempo le mosse di Castaldo e del socio. I Carabinieri della Compagnia di Gorizia, che indagano sull’episodio, non escludono al momento nessuna pista. Christian Seu

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