Gli organizzatori s'arrendono: niente festa mitteleuropea
CORMONS. «Desidero chiudere con una nota di speranza e con l’augurio di ritrovarci tutti assieme l’anno prossimo», scrisse il 19 agosto 2013 Paolo Petiziol, anima della Festa dei popoli della Mitteleuropa.
Sì, l’intenzione era di riprendere il filo bruscamente interrotto lo scorso anno dopo 38 edizioni. Ma oggi arriva una nuova doccia fredda, anzi gelida. Nemmeno quest’anno si svolgerà la popolare manifestazione definita da Petiziol in tempi non sospetti «l’evento istituzionalmente più rilevante della regione».
Petiziol, la manifestazione segna nuovamente il passo?
Purtroppo sì. Non ci sono scelte di fronte al dimezzamento dei fondi operato dalla Regione nei confronti della nostra associazione. Non siamo nelle condizioni di tornare ad organizzare la festa dei popoli della Mitteleuropa e lo dico con profondo dispiacere.
Quanti soldi mette sul piatto la giunta Serracchiani?
Nel passato ottenevano sempre 50mila euro: ci sono stati anni in cui siamo riusciti ad avere finanziamenti sino a 70mila euro. Oggi, per l’attività dell’associazione che non si limita soltanto alla festa, abbiamo a disposizione 25mila euro. Capite che, così, non si va da nessuna parte. Evidentemente, la politica estera non porta voti.
Perché si riferisce alla politica estera?
La festa dei popoli della Mitteleuropa ha ottenuto sette patrocini, 11 alti patronati, 9 sono i Paesi che sono sempre presenti all’incontro, 8 gli Stati centroeuropei che hanno concretamente sostenuto l’evento. E poi come non ricordare le migliaia di persone presenti, i 18 spettacoli offerti gratuitamente, la vasta copertura mediatica: il tutto per 50mila euro, volontariato escluso. La manifestazione, infine, si è meritata il plauso della Commissione europea per la cultura ed il ripetuto apprezzamento del Santo Padre Benedetto XVI. Capite perché parlo di politica estera?
Quindi, il rischio è che la manifestazione non si svolga più nel futuro...
Guardi, non sono un presuntuoso. Non lo sono mai stato. Ma se rivogliono una festa che ha avuto un’eccezionale richiamo all’estero, adesso devono chiedermi “per favore”. Non poter riorganizzare tale manifestazione è una mortificazione per Gorizia (dove si è svolta nelle sue ultime edizioni, ndr) e per il Friuli Venezia Giulia intero.
Qualche detrattore dice che l’appuntamento, poi, non era di così altissimo livello...
Ad una sagra non vengono gli ambasciatori. Se avessero pensato che il nostro appuntamento non fosse degno di attenzione, state certi che non avremmo registrato una così prestigiosa presenza. Questo era un esemplare momento di fratellanza europea che ha saputo attrarre decine di migliaia di persone non solo dall’Italia, dall’Austria e dalla Slovenia, ma anche da numerosi altri Stati dell’area danubiana e balcanica.
Quindi, c’è rabbia...
Siamo sconsolati e particolarmente rammaricati anche per tutti quei gruppi che ogni anno partecipavano con entusiasmo ad una festa talmente unica da far parlare di sé i media di mezza Europa.
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