Gli orali al Nautico navigano tra Svevo e l’urlo di Munch e volano su Vienna col Vate

MATURITà
Tempo di orali di maturità anche per gli istituti tecnici e professionali cittadini, iniziati ieri con il primo giorno di interrogazioni anche per l’istituto comprensivo Tomaso di Savoia e Galvani. Anche qui la sorte, intesa come voto finale dell'esame di Stato, è affidata alle ormai famose buste da scegliere a discrezione dell’esaminando. A Simone Alvisi, frequentante la sezione audiovisiva del Galvani, è toccato l'ormai consueto riferimento iconografico. Che in questo caso era triplice: tre foto raffiguranti Italo Svevo, l’urlo di Munch e una scena del film “Roma città aperta” del regista Roberto Rossellini. Tre immagini a partire dalle quali collegare quanto appreso nel corso dell’ultimo anno di scuola: «Ho dovuto fare un excursus personale, cercando di riflettere su ciò che provavano Munch e Zeno Cosini nel romanzo omonimo – spiega Simone – l’aggancio fra le tre opere non era cosa semplice, soprattutto perché il compito di noi studenti non è quello di risolvere dei rebus ma di creare dei collegamenti. Dal film sono passato a parlare dell’alternanza scuola-lavoro con la mia esperienza personale per poi arrivare a parlare della nostra Costituzione: in questo caso ho dovuto spiegare un articolo a mia scelta. Lo spunto con le arti figurative anche in questo caso era facile perché ho parlato dell’articolo 33 (quello dove si fa riferimento alla libertà dell'arte e la scienza). Conclusione come di consueto con la correzione degli scritti».
Gli esaminandi sono pochi, in quanto ogni struttura ha deciso autonomamente come gestire il tempo da dedicare a ogni singolo studente. Così i capannelli di ragazzi fuori dalle aule sono composti prevalentemente da chi l’esame orale deve ancora sostenerlo e si è presentato a scuola per verificare con i propri occhi la durezza del confronto con la Commissione. Giuseppe Parlato ha dovuto iniziare con una foto di un aeromobile per poi spaziare fra gli argomenti studiati: «Il collegamento è stato abbastanza facile e coerente con quanto studiato – spiega il maturando – perché dal velivolo sono passato a parlare di meccanica, di navigazione inerziale per finire con Dante Alighieri, senza tralasciare il diritto del volo. Poi ho dovuto disegnare il grafico di un volo aereo partendo da un’ala soltanto. Il finale della mia trattazione era quasi automatico, con la storia contemporanea e con Gabriele D’Annunzio e il suo volo su Vienna. —
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