Gli insulti sessuali? Non sono un reato

Dare della “stronza” e della “puttana” a un’automobilista - che aveva incautamente parcheggiato la propria vettura su un passo carraio - è un’espressione che «seppur triviale» non è ingiuriosa perché «è da tempo entrata nel linguaggio comune in cui viene adoperata anche nelle conversazioni colloquiali, in ogni strato sociale tanto da aver sostanzialmente perduto la capacità offensiva». Con queste sostanziali motivazioni il giudice di pace Francesco Benicampi ha assolto l’ex editore Daniele Pertot, 74 anni, che nel 2011 aveva promosso una lista civica con se stesso candidato sindaco poi non ammessa al voto in fase di verifica. In fin dei conti, è la sostanza del pronunciamento, ha detto queste parole nei confronti di una donna in un momento di rabbia. Come dire: non voleva offenderla. Pertot è stato assistito dall’avvocato Furio Stradella.
Ma andiamo con ordine. Il singolare episodio si era verificato attorno alle 20 del 20 settembre 2012. Pertot aveva trovato bloccato da una Bmw ungherese il suo passo carraio di via Machiavelli 19. All’interno della vettura straniera si trovavano Liliana S., 45 anni, e al suo fianco l’amica Szimona B. Si può solo immaginare come sia stato l’approccio tra l’ex editore e l’automobilista ungherese. La quale è rimasta paralizzata e impaurita dagli atteggiamenti di Pertot. In fin dei conti bastava dirle di spostare l’auto. Ma il mancato candidato sindaco non ci ha visto: «“Stronza”, “puttana”. Dovete andare a far marchette. Mi avete bloccato l’uscita. Ho finito la batteria», ha detto. Dopo poco è arrivata una pattuglia della polizia locale che ha multato l’automobilista ungherese. La quale poi, tramite l’avvocato Giuseppe Muscolo, è andata a sporgere querela. Secondo il giudice di pace Benicampi quegli insulti, oggettivamente poco urbani, non sono stati gravi. Si legge nelle motivazioni: «Egli ha rivolto alla signora Liliana S. gli epiteti in un unico contesto, peraltro a fronte di una peculiare situazione ingenerata dalla donna stessa che aveva bloccato il suo passo carraio bloccandolo mentre stava uscendo in macchina dal suo garage».
Quanto alla specifica espressione “stronza” e “puttana” urlata sulla pubblica via - osserva ancora il giudice di pace - si tratta di un’offesa oramai estremamente diffusa che non è idonea in realtà a ledere significativamente l’onore della persona in cui sia indirizzata». Insomma, se non è un complimento poco ci manca. E poi, ancora, tra i motivi che hanno convinto il giudice ad emettere una sentenza di non doversi procedere per particolare tenuità, il fatto che «le ingiurie sono state pronunciate da un soggetto adirato nei confronti di una persona che gli stava impedendo la fuoriuscita dal box auto, quindi la loro valenza offensiva risulta veramente modesta. Infine - rileva il giudice - non risulta che il signor Pertot sia stato dichiarato delinquente abituale o professionale». Per questo ha potuto dare della “stronza” e della “puttana” a un’automobilista.
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