Gli inquilini dell’Elios «Bon sempre gentile»

Era sul terrazzo, sabato pomeriggio, Liliana. Guardava i ragazzini correre e ridere nello spiazzo condominiale, alcuni piani più sotto. A un certo punto ha udito dei botti. Pensava che la gioventù...
Bonaventura Monfalcone-26.09.2016 Tentato omicidio-Marina Julia-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-26.09.2016 Tentato omicidio-Marina Julia-foto di Katia Bonaventura

Era sul terrazzo, sabato pomeriggio, Liliana. Guardava i ragazzini correre e ridere nello spiazzo condominiale, alcuni piani più sotto. A un certo punto ha udito dei botti. Pensava che la gioventù “ribelle” stesse gettando dei petardi. Non aveva visto Leopoldo Bon con la Walther in mano, in preda alla rabbia per il frastuono provocato nell’ora del riposo, aprire il fuoco. Lo ha appreso solo in seguito. E l’inquilina dell’Elios, dove l’assurda vicenda si è consumata nell’arco di una manciata di secondi, cambiando la vita di tutti, ne è rimasta affranta.

Perché Leopoldo Bon, arrestato con l’accusa pesantissima di tentato omicidio, è persona «stimata» nel palazzo, come la moglie, che «con la musica del suo piano intrattiene piacevolmente noi condomini». Spesso, quando si è reso necessario avvertire gli inquilini per qualche intervento, come lo sfoltimento degli alberi o altra manutenzione, Liliana (che non ha molta dimestichezza col computer) chiedeva all’ex docente di preparare gli avvisi da affiggere e lui «gentilmente si adoperava».

«Da tempo - racconta la donna, che ha superato la cinquantina - siamo costretti a subire le prepotenze di un gruppo di ragazzini che non risiede qui, ma ugualmente entra nell’area privata del nostro cortile condominiale. La cosa va avanti da un anno e nel corso di questo periodo abbiamo visto “fiorire” scritte con lo spray sulle mura del palazzo, vetri rotti, bottiglie e cicche abbandonate sul cemento e qualche volta anche del vomito per terra, tant’è che una signora un giorno ha lasciato un secchio d’acqua in zona affinché i giovani provvedessero a ripulire». Un viavai che, d’estate, proseguiva «a tutte le ore, anche fino alle 23». «Più di qualche volta abbiamo cercato di parlare con questi ragazzi, ma è stato inutile - continua Liliana -. Ormai credo che il signor Bon fosse esasperato. E con questo non lo voglio giustificare, sia chiaro».

«Siamo rimasti tutti malissimo per quanto è accaduto - prosegue la cinquantenne -, non avremmo mai pensato potesse compiere qualcosa del genere. Per come l’ho conosciuto, lo ritengo una persona bravissima, che sa fare delle fotografie splendide. Le ho viste in più mostre, quando ha esposto in zona». «Una persona simpatica, di compagnia - ancora Liliana -. Credo che nessuno, prima di sabato, abbia mai avuto da ridire sul suo comportamento, tanto più che si dava da fare anche per gli altri condomini e so che prima dell’episodio si era anche rivolto alle forze dell’ordine per segnalare le intemperanze». Non sono solo i ragazzi del rione a rifugiarsi in quel cortile, anche i giovani austriaci che d’estate frequentano la colonia in fondo a via Punta Barene si davano appuntamento nello spiazzo per «bere e fumare», ma «almeno non facevano confusione». (ti.ca.)

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