«Gli innesti del roseto un’invenzione di Dapretto»

«Chi di rosa ferisce di rosa perisce». Il gruppo anonimo Oliver Hardy - Coscienza pulita” non ci sta a passare per quelli che anno che hanno devastato il roseto dell’alabarda della Scala dei Giganti...

«Chi di rosa ferisce di rosa perisce». Il gruppo anonimo Oliver Hardy - Coscienza pulita” non ci sta a passare per quelli che anno che hanno devastato il roseto dell’alabarda della Scala dei Giganti e replicano alle accuse del “giardiniere” Andrea Dapretto, ribattezzato assessore alle “varie ed eventuali» . «“Un bel tacer non fu mai scritto” è il nuovo motto della giunta comunale che non perde occasione per parlare a vanvera ed esibirsi nello sport preferito dello scaricabarile. L’assessore alle “varie ed eventuali” Andrea Dapretto, non pago delle precedenti arrampicate sugli specchi, ci riprova cercando di rifilare ai triestini la favola delle “mille rose e un innesto”». Il riferimento è alle rose rosse disperse e al taglio degli “innesti”sul Colle di San Giusto denunciato dall’assessore a carico del gruppo dei volontari. «L’’intervento da noi effettuato nella stagione giusta non ha cambiato neanche di una virgola i “connotati” già deformi dei roseti dell’Alabarda - spiega Oliver a nome del gruppo -. Una parte delle rose rosse mancavano all’appello già dal lontano 2008, grazie alla crescita di varie piante infestanti tra cui una specie di trifoglietto a fioretti gialli che all’epoca ha soffocato parecchi esemplari».

E gli innesti? Una leggenda metropolitana. «Dicono che abbiamo danneggiato gli innesti. L’innesto funziona così: su una base di rose più resistenti, come appunto la “probabile” rosa canina (conosciuta a Trieste anche come “stropacul”), vengono inserite, cioè innestate, altre varietà - spiega Oliver -. Perciò se avessimo danneggiato questi presunti innesti, recidendoli dalla base di rosa canina, ora la nuova fioritura dovrebbe essere di sole rose canine. Ma vista la scarsa manutenzione effettuata in questi anni non si ricordano nemmeno cosa abbiano piantato e se avessero veramente lavorato selettivamente a mano molto probabilmente gli sarebbero finiti tra le dita, come è successo a noi, i cartellini delle varietà di rose piantate (regina delle nevi e austriana, ndr). Risulta così da evidente che questi innesti non sono mai esistiti se non nelle fantasie dell’assessore Dapretto». (fa.do.)

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