Gli ex manager esautorati a ottobre 2014 sono attesi ora alle udienze della verità

La parte triestina delle elezioni di Alleanza 3.0 è “erede” indiretta delle elezioni del management delle Operaie che furono, espressione del gruppo di “potere” che nell’ottobre 2014 venne esautorato...

La parte triestina delle elezioni di Alleanza 3.0 è “erede” indiretta delle elezioni del management delle Operaie che furono, espressione del gruppo di “potere” che nell’ottobre 2014 venne esautorato per via giudiziaria. L’anno in corso - e quello che verrà - sono ora testimoni di quella che si profila essere la resa dei conti a Foro Ulpiano per gli amministratori di allora. A febbraio è iniziata la causa civile di 222 titolari di libretti di risparmio depositati alle Operaie, “guidati” dall’avvocato Mario Reiner, che reclamano il risarcimento integrale e non l’81% “promesso” dal liquidatore Maurizio Consoli nel piano di concordato. La controparte chiamata a pagare è la Regione, cui i 222 addebitano la colpa di non aver vigilato sull’azienda (si legga l’articolo sotto, ndr). Ma il 12 giugno, soprattutto, davanti al gup Laura Barresi, si deciderà il destino dell’ex presidente Livio Marchetti, dell’ex dg Pier Paolo Della Valle e dei sindaci Rodolfo Pobega, Tiziana Seriau e Michela Raffaelli, per i quali i pm Federico Frezza e Matteo Tripani, titolari del maxifascicolo per falso in bilancio, bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita legato al caso Operaie, chiedono il rinvio a giudizio. A quell’epoca si saprà se anche altri indagati - a cominciare dal cosiddetto “uomo ombra” Augusto Seghene - saranno usciti di scena o meno: il 16 maggio davanti al giudice Guido Patriarchi sarà discussa l’opposizione alla richiesta dei pm di 29 archiviazioni, presentata dall’avvocato Stefano Alunni Barbarossa per conto di un centinaio di soci. (pi.ra.)

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