Gli ex dipendenti Eaton sotto il municipio: «Lavoro e paga sicuri»

Provati dalla loro condizione di “ex”, padri e madri di famiglia che dall’uscita di scena della Eaton vivono sulla propria pelle la frustrazione e la sofferenza, anche psicologica, di non vedere...
Bonaventura Monfalcone-12.06.2018 Riunione con i lavoratori Eaton-Sala del Consiglio-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-12.06.2018 Riunione con i lavoratori Eaton-Sala del Consiglio-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Provati dalla loro condizione di “ex”, padri e madri di famiglia che dall’uscita di scena della Eaton vivono sulla propria pelle la frustrazione e la sofferenza, anche psicologica, di non vedere ancora un orizzonte, un posto di lavoro. Certo sono alte le aspettative affinché quel protocollo possa portare i suoi frutti, ma ad oggi di fatto hanno visto ben poco, ben pochi rientri nel ciclo produttivo e i corsi di formazione appaiono loro ancora una “chimera”. A complicare il tutto il Naspi, la cosiddetta Nuova assicurazione sociale per l’impiego costola del Jobs Act. I lavoratori ex Eaton ieri, all’esterno del municipio in attesa della conclusione dell’incontro, facevano i conti: la copertura biennale scadrà il 21 giugno 2020, e nel frattempo il meccanismo dell’ammortizzatore sociale «riduce mensilmente del 3% il sostegno economico, fino ad arrivare all’ultima contribuzione di 400 euro». Ieri si sono rinnovate le storie, i sentimenti piegati dal peso, sempre più insopportabile, di quei giorni quando era stata posta la “pietra tombale” sulla Eaton, mettendo tutti sulla strada. Vite imprigionate nel limbo, alle prese con mutui e bollette da pagare, come altri lavoratori diventati “ex” prima di loro, Detroit, De Franceschi, e ancor prima Beraud, ricordavano ieri in attesa di veder consegnare dai “provinciali” notizie di nuova speranza alla quotidianità diventata “alienante”.

Anche in famiglia: «I risvolti sono pure psicologici – hanno raccontato –. Ci hanno privato della tranquillità, si arriva alla depressione». Un uomo ha osservato: «Perdere il lavoro è una tragedia, ma è facile dirlo, perché provarlo, esserci dentro è un lutto che, oggi come oggi, non riusciamo a somatizzare». I lavoratori vittime della crisi sono tanti, e tanti sono in attesa di ricollocazione. E ora s’allunga una nuova, preoccupante, ombra: «Si parla di cento esuberi alla Cartiera Burgo», erano in molti ieri a sottolinearlo. Ai lavoratori ex Eaton premono «fatti concreti». Non è tanto una questione di rispetto rigoroso della scadenza del protocollo d’intesa, piuttosto di veder muoversi le cose. L’avvio dei corsi di formazione, finalizzati all’assunzione. Un’assunzione «effettiva – hanno osservato – che significa lavoro e paga sicura». Una paga base per ricominciare a portare a casa il sostentamento economico, la serenità e l’orgoglio di essere attivi e produttivi.—

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